Avezzano. Un incidente che portò alla morte di tre persone, fra cui la moglie, sull’autostrada A25 nei pressi di Avezzano e per questo, Leonardo Antonio Cera, 84 anni, di Foggia, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. L’uomo , dopo un malore , con la sua auto andò ad urtare contro un mezzo, fermo sull’autostrada, dove alcuni operai stavano effettuando la manutenzione e causò la morte di Aurelio Olarini, 59 anni, di Avezzano, che morì al pronto soccorso dopo qualche ora dall’incidente, e Lucio Battaglia,50 anni, di San Benedetto dei Marsi, morto dopo alcune ore al reparto di rianimazione. Nel tragico incidente perse la vita anche la moglie dell’anziano, Domenica Martini, 77enne residente a Roma, che viaggiava a fianco del marito. Nel tragico episodio rimase gravemente ferito l’autista del camion della Strada dei Parchi, Raffaele Spadaro, 65 anni di Venere di Pescina, che solo per miracolo si salvò dal mezzo piombato improvvisamente addosso agli operai.
Il tragico incidente avvenne il 12 agosto del 2015 e solo adesso il Gip del Tribunale di Avezzano, Maria Proia, ha deciso che l’ 84enne deve essere processato il 14 ottobre prossimo davanti al giudice monocratico del tribunale di Avezzano. L’imputato è difeso dagli avvocati Angelo Pio Gaggiano e Giuseppe Scarano del foro di Foggia. Dalla ricostruzione dell’accusa del tragico fatto l’anziano mentre era alla guida della Toyota venne colto da una emorragia cerebrale provocata da un ictus che provocò prima una perdita di conoscenza al conducente e poi l’invasione della corsia di emergenza, proprio nel punto dove era fermo da alcuni secondi il mezzo della società, impegnato in interventi di manutenzione di routine.
E’ per questo che la difesa ha chiesto il proscioglimento dell’imputato sostenendo che il tragico incidente era stato provocato da un malore e che l’uomo dopo l’ictus non era in grado di intendere di volere. Il perito, Cristian D’Ovidio, nominato dal giudice per stabilire le sue capacità ha invece evidenziato che l’84enne è nelle facoltà di sostenere il processo e che il malore non ha provocato danni irreparabili. Il magistrato inquirente per la ricostruzione della dinamica del grave incidente nominò il tecnico, Cristiano Ruggeri, che tra l’altro evidenziò come sull’asfalto non fossero state trovate neanche le minime tracce di frenata.