Avezzano. Via libera del consiglio comunale all’Imu ridotta al 3,5 per mille sulla prima casa e alle agevolazioni su Tosap e Rsu per le attività commerciali e artigianali. Commercianti, artigiani ed esercenti si dicono delusi. Nei giorni scorsi avevano infatti lanciato un appello ai consiglieri comunali per far votare contro il provvedimento. Richiesta caduta nel vuoto. Disco verde dell’assise civica, quindi, a un aumento (dal 7,6 al 9,6) dell’imposta municipale unica per chi possiede più proprietà. Secondo il sindaco si tratta di un valore più basso di altre città d’Abruzzo, come ad esempio Pescara, L’Aquila e Chieti al 10,6. Lotta dura agli evasori, revisione dei contratti di servizio e riduzione delle spese del Comune. Per far quadrare i conti, in sofferenza per i consistenti tagli del Governo (4milioni e 200mila euro) e la pesante eredità dell’amministrazione precedente, la manovra approvata dal consiglio comunale sarà accompagnata da una serie di misure: taglio delle spese dell’Ente (1 milione), revisione dei contratti di servizio con Cam, Aciam e Scav; della convenzione con l’Università di Teramo; dei contratti in essere che presentano criticità (cimiteri, raccolta porta a porta , verde pubblico e fitti passivi; recupero di immobili per i contratti di programma rimasti nella proprietà dei privati e mai trasferiti al Comune); rivisitazione delle entrate, centrata sulla lotta all’evasione e all’elusione fiscale, con la creazione di uno specifico servizio (Sifco).
“La fase economica che stiamo vivendo impone delle scelte mirate”, afferma il sindaco Giovanni Di Pangrazio, “il taglio dell’Imu sulla prima casa, che pone Avezzano tra le città d’Italia con l’indice più basso, ha il chiaro obiettivo di andare incontro alle famiglie e alle classi medie, categorie sociali cardine della società, che devono far studiare i figli e magari pagare il mutuo. Sull’altro fronte ci sono gli evasori fiscali, i furbetti che non pagano le tasse, quelli che mettono le mani in tasca ai contribuenti onesti: li scoveremo costringendoli a rispettare le regole, il tempo delle vacche grasse è finito”. Revisione in cantiere anche per le tariffe dei servizi a domanda individuale, ma sempre salvaguardando le fasce più povere della popolazione, nonché a specifiche misure a vantaggio delle attività produttive. “Visto il particolare momento di difficoltà congiunturale”, spiega il vice sindaco con delega al patrimonio, Ferdinando Boccia, “ci è sembrato opportuno dare un segnale di vicinanza anche agli esercizi commerciali e ai lavoratori autonomi prevedendo una riduzione dell’imposta sui rifiuti per opifici ed esercizi commerciali, Tosap e imposte sulla pubblicità”.
Il consiglio presieduto da Domenico Di Berardino ha approvato anche il riequilibrio di bilancio illustrato dall’assessore delegato in linea con il patto di stabilità: “operazione mirata a salvaguardare la comunità dal rischio di inasprimenti fiscali”, evidenzia Gabriele De Angelis, “previsti dallo Stato in caso si sforamento del patto di stabilità”. Atto approvato, come tutti gli altri, dal consiglio comunale. Il sindaco non risparmia critiche alla vecchia amministrazione.
“Abbiamo tamponato un’eredità disastrosa”, conclude Di Pangrazio, “la proiezione di fine anno prevede una differenza negativa tra entrate e spese di oltre 4mln di euro, dovuta all’irrituale utilizzo dell’avanzo di amministrazione per l’emergenza neve non rimborsati da Stato o Regione, ai mancati incassi per alienazioni e occupazioni di aree fabbricabili, alla sovrastima del condono sulle entrate e di entrate correnti per un ulteriore milione di euro. A questa situazione si aggiunge, per il 2013, l’effetto dei tagli nei trasferimenti di Governo e Regione per circa 4,2 milioni di euro”. Sul fronte Imu, comunque, per il futuro il primo cittadino ha annunciato la costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc, ricevendo l’apprezzamento anche del capogruppo del Pdl, Lino Cipolloni ed altri consiglieri di minoranza, per verificare la possibilità di abbassare l’Imu per altre categorie. In apertura di seduta il consiglio ha discusso il punto sulla presunta incompatibilità del consigliere Nicola Pisegna Orlando che, dopo un’accorata difesa, leggi alla mano, ha sollevato la maggioranza dal voto, poiché aveva presentato le dimissioni dal Cda di Aciam. Gesto apprezzato dall’intera assise civica.