Celano. È stata fissata la data dell’udienza in Cassazione in cui verrà discusso il ricorso presentato dal sindaco di Celano, Settimio Santilli e dall’ex vicesindaco Filippo Piccone.
L’udienza ci sarà il 2 luglio, davanti ai giudici della VI Sezione penale.
I due amministratori sono rimasti coinvolti nell’inchiesta “Acqua fresca”, coordinata dalla procura di Avezzano, che tratta di reati contro la pubblica amministrazione e che ha portato all’arresto di 8 persone e a 51 indagati. Sia Santilli che Piccone sono attualmente sottoposti al divieto di dimora a Celano.
Secondo il Riesame, che ha revocato gli arresti a cui entrambi erano stati sottoposti (Piccone in carcere e Santilli ai domiciliari), la misura del divieto di dimora del sindaco “è idonea a contenere il rischio di reiterazione di reati della stessa specie perché impone l’allontanamento dell’indagato dal contesto amministrativo e sociale in cui sono maturati tutti i reati contestati”.
L’avvocato Antonio Milo ha presentato ricorso ritenendo “del tutto sproporzionate e ingiuste le vigenti misure cautelari”.
La difesa contesta sia le ipotesi di reato residuali, quelle cioè confermate dal riesame, sia la sussistenza delle esigenze cautelari attualmente in vigore.
Per una parte delle accuse, il tribunale dell’Aquila ha stabilito che non doveva essere emessa alcuna misura restrittiva ma per la maggior parte dei capi a loro carico, ha confermato le accuse.
Per quanto riguarda la posizione di Piccone, a cui vengono contestati numerosi reati, è stata esclusa dal riesame l’accusa di peculato in relazione alla vicenda della consulenza per i lavori di demolizione della scuola Tommaso da Celano.