C’è un sottile filo non visibile che divide la Marsica dal Reatino. Nessuno lo nota eppure migliaia di persone attraversano quotidianamente quel confine che di fatto è solo sulla carta. I due territori, con Magliano de’ Marsi nel versante marsicano, e Borgorose su quello reatino, sono di fatto uniti e non solo geograficamente ma anche culturalmente ed economicamente.
Sono migliaia e migliaia i marsicani che ogni anno si recano in pellegrinaggio nella chiesa santuario di Sant’Anatolia che si trova nell’omonima frazione di Borgorose a 5 minuti di auto da Magliano. Un piccolo scrigno realizzato nel 1877 proprio dove la Santa affrontò il martirio nel 251 d.C perchè si rifiutò di venerare i pagani.
Il culto della santa dell’antica città di Tora risale al IV secolo, ma nella Marsica e in Abruzzo si è diffuso maggiormente negli ultimi anni. Ci siamo andati con insieme a My Zona, la nuova app grazie alla quale ognuno di voi può raccontare il proprio luogo del cuore per farlo conoscere ad altri.
Il 15 aprile del 2012, infatti, durante un matrimonio di una coppia di avezzanesi la statua della santa che si trova ancora oggi sull’altare principale della chiesa avrebbe iniziato a lacrimare sangue. Ad accorgersene un testimone degli sposi che ha subito allertato tutta l’assemblea. L’episodio ha destato stupore e meraviglia tra i presenti, ma soprattutto ha spalancato le porte del santuario fino ad allora visitato solo dai residenti e dai devoti di Sant’Anatolia a tutto il territorio. Migliaia sono stati i fedeli che quotidianamente si recavano a visitare il santuario fino a prima dell’evento miracoloso aperto solo la domenica e poi tutti i giorni.
Ancora oggi, arrivando sul sagrato della chiesa santuario, ci si accorge che le cose sono cambiate. Lasciandosi alle spalle i campi si entra nel centro abitato della piccola frazione dove incastonato c’è il santuario. Dei grandi pannelli sistemati lungo il percorso per arrivare al luogo di culto invitano alla preghiera. Anche se non è l’orario della messa aprendo un antico battente della porta laterale si può accedere liberamente al santuario. Entrando si viene subito rapiti dal soffitto affrescato con alcuni racconti della vita della Santa. All’interno regna il silenzio. L’altare principale al quale in molti negli ultimi 10 anni si sono rivolti guardando Sant’Anatolia presenta delle colonne in marmo che incastonano la statua.
Particolare la piccola cappella che si trova all’ingresso dell’edificio sacro dove viene conservata l’effige di Sant’Anatolia, del VIII secolo, e quella suggestiva della Madonna del Latte, simbolo del parto e della maternità. Decine le piante, i lumini e i fiori portati dai fedeli e sistemati ai piedi della cappellina dove qualcuno dentro getta anche delle offerte. Il pavimento, infatti, è pieno di monete, mentre il lato di candele accese per chiedere una grazia. Tanti sono gli ex voto che sono stati sistemati in un angolo della chiesa: cuori con incise le iniziali, cappelli e ciucci dei bambini, qualche bavaglino e delle coperte.
La Santa di Tora è diventata negli ultimi anni sicuramente anche un pò la protettrice dei marsicani e degli abruzzesi che si rivolgono a lei per chiedere una grazia.
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