Canistro. Una lettera aperta a tutti i rappresentanti istituzionali del territorio è stata inviata dai 75 dipendenti della Santa Croce che da mesi attendono di conoscere cosa ne sarà del loro futuro. “Agli inizi di dicembre 2016”, hanno scritto gli operai, “quasi tutti i lavoratori hanno ricevuto la comunicazione di licenziamento da parte dell’azienda. Noi licenziati vogliamo informarvi e denunciare che la terribile condizione di disoccupati è pesantemente aggravata dal fatto che il nostro ex datore di lavoro non ci ha corrisposto ben 5 mensilità di stipendio. Ci troviamo, quindi, senza lavoro e senza soldi. Giunti a questo punto, dopo aver dato fondo a tutti i nostri risparmi, non siamo più nelle condizioni di far fronte agli impegni assunti con i mutui, con i pagamenti delle tasse, dei tributi e delle bollette. Ma, cosa ancora più grave, non riusciamo più garantire nemmeno le elementari esigenze dei nostri figli e delle nostre famiglie. Non meritiamo tutto ciò!”.
lavoratori hanno affrontato tutte le difficoltà possibili e immaginabili negli ultimi mesi. Hanno presidiato per giorni i cancelli dello stabilimento, hanno subito polemiche e discussioni con il patron della Santa Croce, Camillo Colella, e poi hanno visto i loro conti svuotarsi senza avere certeze per il futuro. “Dobbiamo dolorosamente costatare che l’acqua minerale della Fonte di Canistro, ossia la risorsa pià preziosa per il nostro territorio”, hanno continuato i lavoratori, “a seguito di tutte le vicende burocratiche e giudiziari, invece di garantirci un dignitoso sostentamento sta diventando la nostra maledizione! Incomprensibili ritardi e infiniti strumentali contenziosi impediscono la giusta valorizzazione di questa risorsa naturale e rischiano di allontanare coloro i quali su quest’acqua e sulla nostra professionalità vogliono seriamente scommettere e investire. Tutto ciò mentre la pregiata acqua si disperde quotidianamente nell’ambiente. Ebbene, per riprendere a credere nelle istituzioni e soprattutto a credere in noi stessi, abbiamo bisogno di voltare pagina, di veder riconosciuti i nostri diritti e di salvaguardare le nostre aspettative”. I dipendenti della Santa Croce chiedono alle istituzioni che: “stante l’attuale situazioni di estremo disagio in cui siamo costretti assieme alle nostre famiglie, la situazione possa assumere risvolti non facilmente prevedibili”.