Canistro. La Santa Croce Spa ha inviato una lettera di diffida alla società Norda Spa, minacciando di adire le vie legali e azioni risarcitorie qualora agenti e dipendenti dell’azienda dei fratelli Pessina, aggiudicataria provvisoria della concessione della sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro, continuino nell’affermare pubblicamente di aver acquisito la Spa del patron, Camillo Colella. La circostanza è stata riferita da agenti e clienti della Santa Croce, pronti a darne testimonianza. “Diffidiamo i dipendenti, collaboratori e addetti alla vendita della Norda Spa a diffondere la falsa notizia di una pretesa acquisizione della Santa Croce e all’improprio utilizzo di questo marchio, evenienza che ci sta cagionando gravi danni – scrivono i legali Roberto Fasciani e Giulio Mastroianni – La Santa Croce Spa era concessionaria della sorgente Sant’Antonio Sponga ed è proprietaria dell’omonimo marchio, delle infrastrutture, degli impianti e dello stabilimento nel centro marsicano che Colella ha più volte ribadito e confermato a tutt’oggi di non voler vendere né affittare”.
La società dell’imprenditore molisano ha attivato un serrato contenzioso con la Regione Abruzzo su una serie di “illegittimità e illegalità subite nella revoca della concessione”. La Norda Spa, del gruppo dei fratelli Pessina, che sono anche gli editori del quotidiano l’Unità e titolari di marchi nazionali come la Sangemini e la Monticchio Gaudianello, si è aggiudicata il 22 marzo scorso provvisoriamente la concessione delle sorgenti Sant’Antonio Sponga di Canistro. Ma resta fuori di dubbio che quello dell’acqua Santa Croce, marchio affermato a livello italiano, è di esclusiva proprietà della holding di Colella, a prescindere dalla titolarità della sorgente Sant’Antonio Sponga. Si conferma infatti che la società di Colella sta facendo fronte a tutte le richieste, accontentando tutti i suoi clienti utilizzando altri stabilimenti. Quindi i legali ritengono molto grave che, in particolare, gli agenti commerciali della Norda facciano questa confusione. “Sulla veridicità di tali fatti – si legge nella diffida – i clienti si sono dichiarati disponibili a rendere testimonianza scritta e orale, a ogni buon conto vi invitiamo a ogni opportuno approfondimento presso la vostra rete commerciale”. I legali ricordano poi che “la recente aggiudicazione conseguita dalla Norda Spa, della concessione mineraria Sant’Antonio Sponga, peraltro provvisoria e sub iudice, non legittima in alcun modo i vostri collaboratori alla diffusione di notizia contrarie al vero e all’improprio utilizzo della denominazione Santa Croce, marchio, registrato e di proprietà esclusiva”. Gli avvocati minacciano quindi di chiedere nelle opportune sedi giudiziarie “il risarcimento dei danni commerciali, patrimoniali e non patrimoniali”, in quanto le false comunicazioni stanno generando a detta dei legali, “estrema confusione nel mercato e nella clientela”.