Canistro. Sono 23 fino ad ora i lavoratori in esubero alla Santa Croce di Canistro. Diciotto impiegati e cinque operai devono essere ricollocati nel mondo del lavoro entro la fine dell’anno altrimenti si rischia il licenziamento. La proprietà ha annunciato di voler far partire un piano di rilancio per portare l’azienda su scala nazionale, ma i sindacati avvertono: devono essere mantenuti i livelli occupazionali. Il sito dove si imbottiglia l’acqua della Valle Roveto per il quarto anno consecutivo ha fatto ricorso alla cassa integrazione per 50 degli 80 lavoratori. E ora deve pensare agli esuberi. Camillo Colella, proprietario dell’azienda, aveva annunciato il licenziamento ma le parti sociali, grazie anche all’intervento delle istituzioni, sono riusciti a mediare e ora per 4 di loro è scattata la mobilità volontaria. Ma gli altri? “Stiamo tentando la strada della ricollocazione”, ha spiegato Marcello Pagliaroli, segretario provinciale della Flai Cgil, “per evitare che possano perdere il posto. Non é escluso che qualche impiegato possa scendere al ruolo di operaio, o qualche operaio possa passare in altre aziende, ma non é facile in un periodo come questo. Per crescere però deve arrivare sulle tavole di tutta la nazione e per questo serve una politica di marketing mirata che garantisca anche i livelli occupazionali attuali”. La proprietà in uno degli ultimi incontri, al quale erano presenti anche i rappresentanti dei sindacati e l’assessore ai Lavori pubblici, Angelo Di Paolo e il vice presidente del Consiglio regionale, Giovanni D’Amico, ha manifestato l’intenzione di presentare un piano aziendale, che dovrebbe essere pronto a settembre, per lanciare la Santa Croce sul mercato nazionale.
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