Collelongo. All’indomani della conclusione del processo a carico di Ottaviano del Turco, dieci anni dopo l’arresto suo e di molti componenti della sua Giunta regionale d’Abruzzo, il suo difensore, l’avvocato Gian Domenico Caiazza ha dichiarato: “dieci anni dopo, di quella ‘montagna di prove’ della quale vaneggiava il Procuratore di Pescara e’ rimasto un pugno di fango”.
“Assolto dalla associazione per delinquere, dalla miriade di abusi e falsi, da 20 delle 25 dazioni di denaro contestate, Ottaviano Del Turco avrebbe dunque ricevuto illecitamente – dei 6 milioni e mezzo originariamente contestati – 850 mila euro, non si sa più come, non si sa più perché”.
Non essendogli stato trovato indosso un solo euro di quel fantomatico denaro, si e’ ritenuto sufficiente poter desumere il reato dalle foto sfocate e sospette non della dazione del denaro, ma della presunta visita in casa sua dell’imprenditore Angelini.
“Un galantuomo innocente non può accontentarsi del crollo rovinoso dell’impianto accusatorio: quel pugno di fango”, sottolinea e conclude Caiazza, “è una infamia, una ingiustizia alla quale non possiamo arrenderci. Abbiamo lavorato duramente in questi ultimi mesi, e tra poche settimane depositeremo l’istanza di revisione di questa sentenza ingiusta, alla luce di fatti documentali e testimoniali incontrovertibili. Un pugno di fango e’ purtroppo sufficiente a distruggere la vita di una persona per bene, che ha onorato e servito da galantuomo le istituzioni della Repubblica: ma noi spazzeremo via anche quello”.