Avezzano. Non si placano le proteste dei lavoratori e dei sindacati della sanità abruzzese e la situazione si fa ogni giorno più drammatica, nella totale inerzia della Giunta Regionale. Una sanità allo sbando guidata da un pilota, L’assessore Paolucci, sordo e cieco a ciò che realmente accade sul territorio e concentrato unicamente sul pallottoliere con il quale cerca di far quadrare i conti, che comunque non tornano, senza curarsi dei reali bisogni dei cittadini”. E’ questo il commento del consigliere regionale Gianluca Ranieri, oggi presente nella commissione sanità del consiglio regionale d’Abruzzo. “Manca il personale” incalza “ a dimostrarlo anche le liste d’attesa interminabili, le chiusure estive di reparti importanti come Urologia e Neurochirurgia ad Avezzano, quest’ultima poi divenuta chiusura definitiva ed il ricorso eccessivo al lavoro interinale che, a parità di retribuzione, risulta più oneroso come anche l’affidamento esterno di servizi essenziali che sarebbe, spesso, più economico mantenere in seno alla ASL.
Ma invece di operare per trovare possibili soluzioni” afferma Ranieri “il governo prova a coprire il deficit generato dalle inefficienze e dall’aumento della spesa privata, con il blocco del turnover e ulteriori tagli al personale sia in termini di unità che di stipendi, soprattutto per quanto riguarda i lavoratori a tempo determinato. Sarebbe stato più opportuno” continua Ranieri “ridurre gli sprechi, efficientando gli impieghi e accedere ai pochi strumenti messi in campo dal Governo centrale, che prevedono il sostegno al fabbisogno di personale determinato dalle nuove disposizioni europee sull’orario di lavoro e all’acquisto di farmaci innovativi. Invece di lavorare per una sanità più efficiente e meno onerosa, attraverso un controllo puntuale sulla spesa e una programmazione di lungo periodo” conclude il consigliere 5 stelle “ il governo regionale cerca di scaricare per l’ennesima volta tutto il costo di un’amministrazione incapace sulle spalle dei cittadini in termini di diritto alla salute e sulle spalle dei lavoratori sia in termini di retribuzioni che di diritti.”