Luco dei Marsi. “La situazione in cui versa la provincia aquilana, e in generale lo stato dei livelli assistenziali riferiti alla Asl 1, sono ormai drammatici e conclamati. Fronteggiare questa seconda ondata della pandemia, prevista da mesi, che per proporzioni e conseguenze rischia di essere di gran lunga peggiore della prima, richiedeva e richiede lungimiranza, tempestività, risorse di pronto impiego. Abbiamo dinanzi una lunga stagione invernale e siamo alle prese con errori marchiani nella gestione dell’emergenza sanitaria. Vi sono circostanze in cui il tempo è tutto, e questa lo è”. É il tranciante intervento della sindaca di Luco dei Marsi Marivera De Rosa, a fronte delle condizioni sempre più difficili in cui si dibattono la sanità marsicana e provinciale e, soprattutto, centinaia di cittadini.
“Per quanto concerne la Marsica”, sottolinea il primo cittadino, “abbiamo assistito ad eventi tragici, e che si susseguono di giorno in giorno, addirittura con decessi all’attenzione della Procura, abbandono di pazienti a sé stessi senza assistenza, tagli alle attività di presidi da parte della Dirigenza al fine di continuare nella disperata pratica della “transumanza” di operatori sanitari dislocati qui e là e però sempre insufficienti, come testimoniano dati e cronache, operatori sanitari ormai allo stremo. Le notizie che giungono dal capoluogo non sono più confortanti, e ne ha fatto da ultimo una sintesi efficace nel suo grido d’allarme il direttore del reparto di malattie infettive dell’Aquila, Alessandro Grimaldi. L’ospedale di Avezzano conta ad oggi due reparti praticamente chiusi, Medicina e Urologia, un numero crescente di contagi tra gli operatori sanitari e i pazienti, segno di procedure ormai fuori controllo, e l’altissimo rischio di vedere trasformato il presidio in mega cluster, come, ed è notizia di poche ore fa, sta avvenendo in altri presidi territoriali, con ricadute certamente disastrose sul bacino marsicano”.
“A fronte di tutto ciò”, spiega la sindaca, “il manager della Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Roberto Testa, si arroga persino il diritto di prendere in giro gli operatori sanitari, i sindaci, i portatori d’interesse, ma soprattutto i cittadini, rilasciando dichiarazioni ad effetto e a briglia sciolta, sciorinando numeri con nonchalance ma, ovviamente, evitando di dire l’essenziale su quei numeri. Peccato che dai dati discenda la realtà, nuda e cruda, e quella che viviamo oggi, riguardo alla gestione dell’emergenza e alla situazione nei presidi, sia lampante. Il Manager”, spiega la sindaca de Rosa, “in una nota diramata tramite stampa, si lancia in fantasiose affermazioni che vorrebbero “fatte assunzioni”: quali e poi quando? Gravissimo, confonde le stabilizzazioni, come quelle di infermieri che già lavoravano nell’Azienda, con l’assunzione di nuovo personale, mentre, parimenti grave, nella delibera dell’avviso per le assunzioni, spuntata, addirittura, solo a settembre, non è specificato il numero di infermieri da assumere”.
“Una razionale distribuzione dei pazienti”, precisa, “con l’utilizzo di tutte le strutture sanitarie disponibili sul territorio, inclusi i presidi presenti a Tagliacozzo – se e ove possibile, dato le ultime sconfortanti notizie relative ai contagi nella struttura – e Pescina, il potenziamento massimo delle strutture atte alla diagnostica veloce, un’efficace rete di assistenza domiciliare dei contagiati che possono essere seguiti a casa, il massimo accentramento dei pazienti Covid nelle strutture aquilane individuate e il completamento del progetto stilato tra marzo e maggio, in relazione all’emergenza in corso e nella previsione degli scenari possibili: questa, la strada maestra per affrontare razionalmente l’emergenza”, rimarca Marivera de Rosa, “ma attraverso passaggi necessariamente incardinati sulla disponibilità di personale, medici, infermieri e oss. Un elemento fondamentale che, a dispetto delle rassicurazioni del manager Testa, è ben lontano dall’essere acquisito. Oggi i cittadini pagano amaramente i ritardi e l’inspiegabile reiterazione di pratiche, come comprovato, non solo inefficaci ma anche scellerate, laddove l’emergenza è tale da mesi e si è avuto tutto il tempo di pianificare e l’obbligo di farsi trovare pronti. Pratiche in cui rientrano la sospensione di attività per convogliare le poche risorse umane qui e là, scelte che di fatto non permettono una gestione efficace dell’emergenza stessa e danneggiano l’ordinario, esso pure, dato il tema, essenziale, e al riguardo è agghiacciante che i malati non Covid, come segnalatomi da più parti, siano praticamente “in sospensione”, come se le patologie altre si arrestassero perché vi è il Covid. Così non è, e le conseguenze per tanti malati possono essere tragiche”.
“Nel progetto presentato l’8 maggio richiamato nel Consiglio straordinario all’Aquila dei giorni scorsi, vi era il piano generale che prevedeva, tra l’altro, l’istituzione di un’area dedicata al Covid 19 all’Aquila”, ricorda la sindaca Marivera De Rosa, “nodo cruciale di tutto l’impianto, che dovrebbe giovare ai presidi territoriali marsicani e provinciali, insieme a diagnostica e spazi, il personale: in prima battuta si è utilizzato quello resosi disponibile a seguito di sospensione di alcune attività sanitarie ordinarie e della complessiva riorganizzazione, ma l’avviso per il reclutamento del personale, è noto, ha avuto corso solo a settembre, e con le palesi lacune dette. Intanto, continua la falcidia di servizi e attività dei presidi, mentre, a dispetto del piano presentato e sottoscritto, si disattendono i passaggi essenziali di esso che avrebbero condotto al contestuale ripristino dell’attività negli altri presidi, già afflitti in tempi normali da problematiche annose, con l’auspicata riattivazione e il potenziamento di quelli territoriali periferici marsicani, che potrebbero divenire spazi altamente funzionali per pazienti non Covid o di supporto, ove gli scenari possibili della pandemia lo rendessero necessario, per pazienti/attività attinenti all’emergenza Covid-19, siano esse di monitoraggio, trattamento e controllo, anche dedicati a eventuali specializzazioni”.
“Chiediamo la riattivazione dei presidi periferici territoriali marsicani”, continua, “lo sgravamento dell’ospedale di Avezzano con l’attivazione di tutte le procedure di messa in sicurezza di luoghi e persone in riferimento al dilagante contagio da Covid-19 nella struttura e tra operatori e pazienti non Covid, l’immediata riattivazione dei servizi essenziali ordinari e il potenziamento del personale per la garanzia di dignitosi livelli assistenziali, oggi ben al di qua dei minimi, la realizzazione del piano per l’emergenza dell’8 maggio e, soprattutto, la sua piena attuazione nella razionalizzazione di spazi e nel potenziamento delle strutture diagnostiche e del personale dedicati alla trattazione del Covid-19”.
Il primo cittadino di Luco lancia inoltre un appello ai sindaci del territorio. “Chiediamo che Regione e Governo adottino tutte le risoluzioni, in piena aderenza alle vigenti leggi, ma con osservanza del tempo e delle esigenze non ordinarie che investono la popolazione, perché sia posto in essere, anche in deroga, ogni atto necessario a realizzare quanto sopra. Invito tutti i sindaci del territorio a unire la propria voce per i cittadini marsicani e della provincia. É una battaglia”, chiosa la sindaca, “che siamo chiamati a condurre, al di là e oltre ogni particolarismo politico, nell’onore e nell’onere di quel patto fiduciario al quale, prima che a questa o quell’appartenenza, siamo chiamati a rispondere”.