Avezzano. E’ partita la grande mobilitazione popolare contro i tagli alla Sanità nella Marsica. Ieri pomeriggio, in un’assemblea promossa dai medici dell’ospedale, hanno partecipato quasi quattrocento persone. Sono stati annunciati anche altri ricorsi al Tar contro la decisione di chiudere i reparti per le cure complesse di Avezzano a favore dell’Aquila. Ieri il Tar ha rinviato al 12 giugno la decisione sul ricorso contro la chiusura di neurochirurgia presentato dagli avvocati Antonio Milo e Giampiero Nicoli per conto del Comune. Si è tenuta inoltre al tribunale amministrativo regionale l’udienza per il ricorso presentato dai Comuni di Tagliacozzo e Pescina contro la chiusura dei rispettivi ospedali. I due provvedimenti, secondo i ricorrenti, «arrecherebbero un danno grave e irreparabile incidendo direttamente sul diritto costituzionale alla salute, riducendo la possibilità per la popolazione delle due città e dei due comprensori di accedere ai servizi sanitari e di tutela della salute». Il ricorso è stato curato per Pescina dagli avvocati Pasquale Milo e Fausto Corti, e per Tagliacozzo dai legali Luca Motta ed Herbert Simone. Al teatro Don Orione, invece, ieri i medici dell’ospedale hanno illustrato ai cittadini le conseguenze che deriveranno dalla chiusura dei reparti per le cure complesse come disposto dal Piano Chiodi-Baraldi. Sono intervenuti i medici Mauro Pinelli, Giovanni Passalacqua, Giovanni De Blasis, Raniero Di Giovanbattista. Erano presenti il vicepresidente del consiglio regionale, Giovanni D’Amico, e i consiglieri Giuseppe Di Pangrazio, Gino Milano e Daniela Stati. L’opspedale di Avezzano è l’unico rimasto dopo i tagli disposti dal Piano di riordino ospedaliero che ha segnato la chiusura delle strutture di Tagliacozzo e Pescina, senza considerare lo smantellamento della clinica Santa Maria. Tutto ciò, però, non è bastato e a dare il colpo di grazia alla rete sanitaria marsicana. Ci ha pensato, infatti, il decreto commissariale di aprile che ordina il trasferimento dei reparti per le cure complesse unici da Avezzano all’Aquila. Nello specifico, dispone la chiusura dei reparti di Geriatria, Endoscopia digestiva, Neurochirurgia, Anatomia patologica, Centro trasfusionale, e di altri servizi come la direzione sanitaria e il depotenziamento di Urologia, che da sola dovrà servire sia Avezzano, sia Sulmona. Gli effetti drammatici di questo provvedimento sono stati illustrati da diversi medici alla popolazione nel corso dell’iniziativa che ha avuto come slogan: “un ospedale per la Marsica, la Marsica per il suo ospedale”. Dure le critiche nei confronti del subcommissario Giovanna Baraldi, accusata di aver progettato un Piano che oltre a essere «antisociale» è «antieconomico», apportando in tal modo «tagli senza conoscere il territorio». Il riferimento è al fatto che la Marsica pur avendo più pazienti rispetto all’aquilano e una popolazione di oltre 130mila abitanti dovrà accontentarsi di reparti per le cure semplici, mentre L’Aquila, con 108mila avrà tutti i reparti per cure complesse. Secondo il Piano studiato per mesi dalla Baraldi, ad Avezzano resteranno 15 reparti, mentre all’Aquila saranno 48mila e a Sulmona solo 10. Secondo i medici, appena i reparti chiuderanno, i pazienti molto probabilmente andranno fuori Regione, soprattutto a Roma grazie anche alla vicinanza territoriale, con un aumento impressionante della spesa sanitaria e anche per le tasche dei cittadini.