Avezzano. Infuriano le polemiche tra maggioranza e opposizione dopo l’ultima sentenza del Tar che ha dichiarato illegittima la chiusura da parte del commissario Gianni Chiodi degli ospedali di Tagliacozzo e Pescina. Da un lato gli ex sindaci dei due Comuni in questione e il comitato di Tagliacozzo rivendicano la fondatezza dell’azione amministrativa, dall’altro per l’ospedale di Avezzano maggioranza e opposizione in Regione annunciano due realtà totalmente difformi: di potenziamento per i primi, di tagli per i secondi. Il vice presidente del Consiglio regionale, Giovanni d’Amico, dopo aver ascoltato le dichiarazioni del presidente della regione Gianni Chiodi sull’emergenza sanità, ha parlato di un dietrofront del Commissario. Chiodi, infatti, aveva assicurato al senatore Filippo Piccone, davanti a diversi esponenti del gruppo dirigente del partito, che il decreto “taglia ospedale”, che avrebbe portato alla chiusura di reparti per le cure complesse ad Avezzano, sarebbe stato rivisto. «Chiodi», ha invece affermato D’Amico, «ha chiarito che non ci saranno ripensamenti sulla delibera in questione». Per il presidente del gruppo consiliare del Pdl in Regione, Lanfranco Venturoni, «l’allarmismo del consigliere D’Amico sul futuro dell’ospedale di Avezzano non ha nessun fondamento ed è paradossale che a parlare sia proprio chi è stato artefice di una politica regionale talmente scellerata da condurre la sanità sull’orlo del baratro. Non soltanto nessun reparto dell’ospedale di Avezzano corre il rischio di chiusura», ha aggiunto l’ex assessore alla Sanità, «ma al contrario, sarà persino potenziato con strutture nuove di particolare valenza quale emodinamica. “D’Amico può stare tranquillo”, ha aggiunto Venturoni, “la politica del centrodestra è attenta al diritto alla salute dei cittadini e non, come purtroppo hanno fatto altri, alle carriere professionali dei dirigenti sanitari amici degli amici. Il tempo in cui la sanità era utilizzata a fini elettorali è definitivamente tramontato, così come quello delle chiacchiere che non portano a nulla se non ad alimentare confusione e disinformazione». COmunque sia, sulla testa della Marsica pende ancora la pesante scure del decreto numero 15 del 14 aprile che, finché non sarà ufficialmente abolito, dispone chiaramente che le unità operative complesse uniche devono stare per forza all’Aquila, mentre ad Avezzano resterebbero solo i reparti per le cure semplici.