Avezzano. “E’ triste dire ‘lo avevamo detto’ ma siamo di fronte ad un epilogo che avevamo più volte evocato”: sono queste le dichiarazioni del segretario provinciale del Partito Democratico, Francesco Piacente, che sottolinea come “se un anno fa si fosse dato ascolto alle nostre richieste di commissariamento, fortemente sostenute dai nostri esponenti istituzionali a più livelli, non saremmo oggi a questo punto”.
“La destra che governa la Regione”, spiega l’esponente provinciale del Pd, “si è resa complice delle gravi inadempienze e dei tanti disagi che la cattiva organizzazione dell’Azienda sanitaria ha determinato. Un anno di ritardi, incapacità, promesse mancate, durante il quale la filiera di potere di Fratelli d’Italia ha difeso il manager romano, calato sul territorio e voluto da Roma, per gestire la sanità nella nostra provincia. Ora, di fronte all’eclatante fallimento della gestione sanitaria, il presidente Marsilio e i suoi scaricano il manager nel tentativo di addebitare al vertice della Asl ogni colpa che invece ricade, ovviamente, anche sul livello politico e istituzionale della Regione”.
“In provincia dell’Aquila”, precisa Piacente, “nel corso dell’anno passato ne abbiamo viste di tutti i colori: gravi carenze di personale negli ospedali, il paziente deceduto davanti al pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, i servizi giornalistici delle tv nazionali che riprendevano gli operatori con le buste di plastica ai piedi, il pre-triage sotto una tenda bucata, le minacce a dipendenti e giornalisti che denunciavano le carenze organizzative della Asl, la telenovela della macchina dei tamponi ferma negli Stati Uniti e molto altro, fino ad arrivare alla vergognosa vicenda del licenziamento della dipendente poi reintegrata dal Giudice del lavoro di Avezzano”.
“E mentre accadeva tutto questo dove erano Marsilio, gli assessori e i consiglieri regionali di destra della nostra provincia?”, chiede a gran voce il segretario provinciale del Pd, “ora, solo ora, ci si sveglia dal torpore e, quando ormai i danni e i disagi si sono consumati, si decide di defenestrare il manager Testa con un’azione che certamente comporterà strascichi giudiziari e potenziali danni economici all’azienda, come già avvenuto a Pescara per il caso del direttore generale Mancini. Dopo tante distrazioni e tanti silenzi, segno evidente del fallimento della classe dirigente che governa la nostra Regione, ora tutti gli esponenti della destra sembrano accomunati da una critica senza appelli al Direttore generale e tutti acclamano il commissariamento come unica soluzione, dopo averci detto che la nostra richiesta di un anno fa non era condivisibile. Rimane ormai solo il sindaco Di Pangrazio a difendere Testa, fedele ad una incomprensibile quanto eclatante linea di difesa del manager. Di Pangrazio sin dall’inizio della pandemia ha tutelato Testa e ancora poche settimane ha ribadito una difesa d’ufficio molto decisa. Forse un giorno capiremo perché tanta premura ma per il momento pare che non basterà neanche questo a salvare Testa dall’imminente rimozione”.
“Questa vicenda si chiude nel peggiore dei modi e in un momento molto delicato, proprio mente si discute a livello regionale la riorganizzazione della nuova rete ospedaliera: speriamo solo che le vicissitudini della Asl”, conclude Piacente, “non indeboliscano ulteriormente il nostro territorio e la nostra sanità per colpa di una destra litigiosa e non all’altezza della prova di governo”.