Avezzano. “La riunione dei sindaci marsicani di qualche giorno fa riflettere sulla totale assenza della politica avezzanese che si palesa nella mancata strategia decisionale con conseguente penalizzazione dell’ospedale di Avezzano”. Lo afferma in una lettera aperta il dottor Walter Di Bastiano, ex consigliere regionale. “Sento l’obbligo, come cittadino avezzanese che ama la propria città e il territorio marsicano, di fare alcune considerazioni sullo stato attuale della situazione, senza entrare nel merito specifico; cosa che mi riservo di fare se non otterrò risposte adeguate” continua Di Bastiano.
“Forse non a tutti è chiaro che se in molti vivono il lutto per la scomparsa dei loro cari, tanti altri potrebbero soffrire per le patologie insorte da mancata diagnosi o per l’aggravarsi delle situazioni croniche a cui è venuto meno l’adeguato controllo” spiega Di Bastiano. “Con il lockdown (o, come suggerisce il prof Sabatini, coprifuoco) si è allargato il vincolo delle scarse risorse: ambulanze, personale sanitario, dispositivi di protezione individuale (Dpi), triage dedicati, posti in terapia intensiva, sistemi di telemedicina, farmaci. Senza lockdown il sistema sanitario non avrebbe potuto erogare le adeguate cure, e senza cura non c’è vita”.
“Fortunatamente” prosegue Di Bastiano “la Marsica non ha vissuto una crisi acutissima, ma anche noi abbiamo avuto i nostri malati e abbiamo visto con dolore e sconcerto i morti per Coronavirus trasportati dalle colonne dei mezzi militari nelle regioni del nord. Ma attualmente è obbligo domandarsi cosa ne è stato dei cardiopatici, dei malati oncologici, dei diabetici, di tutti i malati che, per paura o per la difficoltà create dal Covid-19, non hanno fatto ricorso alle cure mediche in queste lunghe settimane. Quante persone moriranno nei prossimi 12-24 mesi a causa di questa difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e alle cure necessarie?” chiede Di Bastiano. “Un numero di cui non avremo certezza, sopratutto se non seguirà una ripresa, pianificata, adeguatamente attuata e veloce delle attività sanitarie”.
“Questo è il motivo” continua Di Bastiano “per cui invito a progettare in tempo gli articolati processi per far ripartire il nostro ospedale, tenendo conto del modello sanitario abruzzese, del suo territorio e delle caratteristiche della struttura, stabilendo processi e percorsi lungimiranti. La ripresa, peraltro, è per definizione più complessa della chiusura; progettare e comunicare i protocolli di inizio delle attività per tempo e senza la confusione della chiusura, in parte, giustificata dall’emergenza, farà la differenza” conclude.