Avezzano. Viaggio nel sistema sanitario marsicano, il candidato sindaco Antonio Del Boccio: efficacia, funzionalità, comfort e sicurezza dovrebbero essere le parole chiave. Uno dei temi chiave per il benessere del cittadino deve essere la sanità. Per questo Del Boccio, candidato alla carica di primo cittadino ad Avezzano, ha voluto porre la propria attenzione sull’ospedale della città e su tutto il sistema.
“Il modo di “fare sanità”, di pensare e organizzare l’assistenza sanitaria territoriale al giorno d’oggi è profondamente mutato”, ha spiegato Del Boccio, “lo scenario attuale è fortemente contraddistinto da importanti conquiste della ricerca, da un’evoluzione costante nelle tecnologie diagnostiche e da una particolare attenzione all’umanizzazione nel rapporto fra persone, pazienti e operatori sanitari.
Questo accade nelle principali aree Italiane purtroppo non qui ad Avezzano con riflessi negativi in tutta la Marsica; basti pensare che per nominare un primario all’interno dell’ospedale passano diversi anni con disagi nell’ambito delle scelte organizzative dei reparti che si riflettono su interminabili liste d’attesa e innumerevoli altre problematiche ai pazienti, spesso costretti a “viaggi della speranza” presso strutture di eccellenza romane o del nord Italia.
Mentre tutto ciò dovrebbe concretizzarsi nella scelta di costruire un nuovo modello di sanità che abbia al centro l’ospedale del futuro ovvero una nuova struttura sanitaria costruita coniugando due fattori fondamentali: una considerevole riduzione dei costi e una importante ottimizzazione dei percorsi assistenziali interaziendali, con il coinvolgimento di tutte le strutture pubbliche e private territoriali che tengano al centro di tutto il paziente inteso come individuo e non come un mero numero su un bilancio da chiudere.
Efficacia, funzionalità, comfort e sicurezza dovrebbero essere le parole chiave dell’ospedale del futuro dove attrezzature di ultima generazione e un aggiornamento costante sulle novità nell’ambito della ricerca scientifica viaggino di pari passo. Questo tipo di ospedale deve essere concepito come una struttura dinamica, in grado di adattarsi ad una evoluzione permanente, organizzato per poli di attività̀, attento alla efficacia della cura, ma anche ai diritti e alle esigenze più complessive della persona.
Un ospedale polispecialistico, presidio di riferimento per i casi acuti e complessi, con una forte integrazione con i servizi territoriali per assicurare la più completa continuità delle cure ai pazienti una volta dimessi. Un aspetto qualificante dovrebbe essere l’organizzazione delle attività per processi di cura, superando così il concetto di reparto tradizionale: le strutture di degenza dovrebbero essere organizzate per aree funzionali a diversa intensità̀ di cura.
Nel corso degli anni c’è stata una profonda evoluzione nelle funzioni dell’ospedale ed è sempre piuù difficile adeguare le vecchie strutture ai nuovi, rapidi cambiamenti tecnologici e organizzativi, allo sviluppo dell’assetto demografico e socioculturale, oltre che all’innovazione dei processi di cura.
La centralità del paziente diventa l’elemento guida dell’idea di nuovo ospedale. Al centro è la persona e il suo benessere in un modello organizzativo per “Intensità di cure”, in un’interazione efficace tra paziente e infermiere, fra paziente e medico. Ogni degente dovrebbe avere medici e infermieri che garantiscano un tutoraggio continuativo per tutta la durata del ricovero. Il lavoro di gruppo e il coordinamento degli interventi sono elementi decisivi per favorire cure sempre più mirate. Importante, nella sua dimensione personale e comunitaria, dovrebbe essere la salvaguardia della dignità del malato, e quindi, la centralità dei suoi bisogni e diritti.
Il paziente informato, guidato e assistito dovrebbe vivere in un ambiente rassicurante e confortevole, nel quale sono garantiti un adeguato livello di privacy e una positiva relazione con chi nell’ospedale lavora.
L’ospedale dovrebbe essere il presidio di riferimento per i casi acuti e quelli complessi dove ad ogni cittadino è garantito un percorso diagnostico-terapeutico efficace, tempestivo e sicuro. L’assistenza per intensità̀ di cura dovrebbe prevedere un modello organizzativo che superi quello attuale: un livello di Intensità Alta, che dovrebbe comprendere le degenze intensive e sub-intensive (ad esempio Rianimazione, UTIC, Stroke Unit…), un livello di Intensità Media, che dovrebbe avere le degenze per acuti suddivisi per aree funzionali (Area Medica, Chirurgica, Materno-Infantile) e un livello di Intensità Bassa dedicato ai pazienti post-acuti da erogarsi in sedi diverse anche con il coinvolgimento e l’integrazione della sanità privata territoriale che dovrebbe essere coinvolta con un modello di integrazione specifico, pensato sui reali bisogni del paziente e non più sulle più convenienti prestazioni da erogare.
L’ospedale così diventerebbe il luogo di riferimento soltanto quando è proprio indispensabile e solo per il tempo strettamente necessario a una completa efficacia delle cure; è superato il concetto di reparto tradizionale, ma ̀deve essere garantita la pìù completa integrazione delle molteplici competenze professionali per rispondere alla diversa complessità delle patologie. Degenze, sale operatorie, laboratori, servizi di diagnosi, dovrebbero essere utilizzabili da più professionisti, senza divisioni e senza dispersioni. Dovrebbero essere previsti percorsi “snelli” attraverso i quali si riduce la ripetizione degli interventi eliminando costi e sprechi. Un ospedale d’accoglienza, cura e assistenza nel rispetto della relazione tra persone, malati e curanti”.