Avezzano. Dopo le rassicurazioni ufficiali del Pdl e del senatore Filippo Piccone, secondo cui il decreto di Chiodi che vieta reparti specialistici unici nella Marsica sarà a breve modificato, arrivano le accuse e le critiche di tutti i partiti di centro e di centrosinistra. Per i consiglieri comunali Gino Milano, Gino Di Cicco, Roberto Verdecchia, Vincenzo Paciotti, Fabio Bisegna e Vincenzo Patrizi e i coordinatori politici di Api, Fli, Rinnovamento e Partecipazione, e Udc, Lorenzo Fracassi, Vincenzo Ridolfi e Fabio Di Battista l’unica strada possibile è il ricorso.
«Non ci resta che piangere», affermano in un comunicato stampa, «questa è l’unica considerazione, non ce ne vengono in mente altre, dopo la conferenza stampa tenutasi ieri presso la sala conferenze del Comune di Avezzano dal Senatore di Celano insieme ai maggiori esponenti del Pdl ivi compreso il nostro Sindaco. Ma non sarà così non piangeremo e tanto meno vorremmo piangere fra venti giorni, cioè esattamente alla scadenza dei tempi chiesti dall’illustre Senatore per rivedere o tentare di modificare il Decreto Regionale n. 15/2011 Chiodi/Baraldi del 14 Aprile u.s. che guarda caso ci porteranno oltre i tempi (13 giugno 2011) per presentare il doveroso ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale. A creare l’immagine negativa dell’ospedale di Avezzano è stato chi ha redatto quel Decreto illegittimo, antidemocratico e soprattutto incostituzionale, aggravata dal Direttore Generale della Asl che aveva confermato, a chiari note, che nel presidio ospedaliero SS Filippo e Nicola sarebbero rimasti solo “Repartini” in virtù del succitato decreto. Si è perso il senso della ragione, della logica, della morale e della Democrazia. Ad un Decreto illegittimo in quanto atto, ci si contrappone con un atto legittimo, l’illegalità si ripristina con la legalità, il rispetto dell’art. 32 della Costituzione Italiana, emblema della democrazia, si esige con ogni mezzo concreto e formale non con le solite banali e vaghe promesse. Se tutto questo era nella mente dei più alti esponenti del Pdl marsicani, (rappresentati dal senatore Celanese eletto nell’ambito morsicano) adulatori ed interpreti del più becero berlusconismo si sarebbero presentati con un atto formale che avesse annullato il Decreto emanato dal Presidente della Regione Abruzzo e dal sub commissario; sono passati 44 (quarantaquattro) giorni dalla pubblicazione del d.r. 15/2011, ovvero c’era tutto il tempo necessario per annullarlo e far rientrare il paventato allarmismo, oggi più che giustificato. Tempo invece che è servito al Presidente Chiodi per proclamare che è sua volontà di avanzare il ricorso al Consiglio di Stato per annullare, guarda caso, la sentenza del TAR che riconoscendo l’illegalità, l’illegittimità e l’incostituzionalità di quel decreto ha restituito agli abitanti di Guardiagrele e Casoli il sacrosanto diritto alla tutela della salute. Promesse, da parte di certi personaggi, ne abbiamo ascoltate fin troppe: stabilizzazione dei precari, (giammai avvenuta) Clinica Santa Maria (alias La Covara chiusa irrimediabilmente), Ospedali di Tagliacozzo e Pescina (sub sudice), tanto per rimanere in campo sanitario, che sono svanite come foglie al vento. La professionalità dei medici non si compra con un aumento di stipendio, spesso basta loro dare la possibilità di trovare soddisfazione nel lavoro che fanno, curando e ridando gioia e tranquillità a chi ne ha bisogno. No, non piangeremo anzi siamo ancora più convinti che l’unica strada per salvare l’ospedale di Avezzano e la dignità ed il diritto alla salute degli avezzanesi e del popolo marso è il ricorso al Tar Abruzzo entro i termini previsti dalla Legge».
Per il coordinatore del Pd, Franco Colapreste, il mozione presentata in consiglio dai partiti di opposzione era quella da intraprendere. «L’esito del Consiglio di Avezzano», ha affermato, «con la partecipazione dei Sindaci marsicani, nonostante il clima di condivisione per i problemi della sanità nel territorio, ci ha lasciato largamente insoddisfatti , sia per il goffo tentativo di dare ulteriore credibilità al Commissario Chiodi, ma soprattutto per il documento conclusivo, presentato e votato dalla maggioranza di centro destra che rifiutava l’ordine del giorno proposto dal Gruppo Pd in Comune, condiviso anche da Partecipazione e Sviluppo, Fli e Udc, che avrebbe impegnato il Sindaco Floris e la sua Giunta a presentare un ricorso al Tar per salvare le unità operative dell’ospedale di Avezzano. Il successivo convegno promosso dai Comitati spontanei ha stimolato la presenza di molti addetti ai lavori, di rappresentanti di Organizzazioni e Partiti, ed ancora di numerosi cittadini comuni. Infine il triste resoconto del “pellegrinaggio” nei vari Ministeri del Lavoro, della Salute e dell’Economia, dove è stato ribadita la validità del piano di risanamento, così come formulato, e la inoppugnabilità dello stesso, in dispregio alle sentenze del Tar ed anzi con la prospettiva di un ricorso al Consiglio di Stato. Già i Sindaci del comprensorio avevano espresso la loro preoccupazione garbata ma decisa per il futuro della sanità per i loro Cittadini e per tutti quelli marsicani, già gli operatori del settore, qualificati professionalmente ed assolutamente neutrali politicamente, avevavo illustrato i termini della riforma e, con dovizia di particolari, ne avevano sottolineato le enormi ricadute negative per l’intero territorio. A questo punto la risposta può essere una sola e cioè la mobilitazione immediata e totale, sia con la presentazione di un ricorso al Tar (i cui termini scadono a breve), sia esercitando una forte pressione politica ad ogni livello, sia coinvolgendo tutti i Cittadini marsicani. Riteniamo che debba essere ribadito il concetto che ogni processo di razionalizzazione debba essere messo in atto coinvolgendo anche le esperienze di chi opera nel settore e con il massimo impegno alla tutela della salute per i cittadini ed il territorio».