Avezzano. Intervenire sempre con un eccesso sistematico di medicine ed esami strumentali spesso causa al paziente più danni rispetto all’astenersi dal fare prescrizioni: è il messaggio scaturito dal VI congresso Abruzzo-Molise della Società italiana di Angiologia e Patologia Vascolare (SIAPAV), che si è tenuto oggi ad Avezzano, al castello Orsini, alla presenza di specialisti di varie regioni d’Italia e con studiosi dall’estero. No alle cure a tutti i costi, spesso giustificate da motivazioni del tutto estranee alle necessità del paziente – che oscillano tra ambizioni personali del medico, interessi economici delle aziende produttrici e altre ragioni – che diventano non di rado accanimento terapeutico. Questo pressante invito a rivedere l’impostazione di una medicina piena di eccessi nelle prescrizioni mediche è stato al centro del convegno interregionale, promosso daMauro Pinelli, presidente della Siapav Abruzzo-Molise nonché direttore del servizio angiologia dell’ospedale di Avezzano. Un servizio che opera in collaborazione con la chirurgia vascolare e la radiologia interventistica, altri punti di forza del presidio marsicano, che attrae utenza da altre regioni.
In apertura dei lavori, intitolati ‘Primum non nocere: la nobile arte del non fare in patologia vascolare’, il manager della Asl, Rinaldo Tordera, ha posto l’accento sull’aspetto etico del congresso, un tema fondamentale per la coscienza professionale del medico e soprattutto per il migliore trattamento da praticare al paziente. Presenti, tra gli altri, Teresa Colizza, direttore sanitario aziendale, e Giovanni De Blasis, direttore del dipartimento chirurgico della Asl nonché della chirurgia vascolare di Avezzano. “L’uso delle tecnologie”, ha detto Marco Bobbio, cardiologo di fama e autore del libro ‘Troppa medicina’, “ha senz’altro ampliato le possibilità terapeutiche ma spesso tali risorse vengono utilizzate in modo davvero eccessivo e senza reale necessità, magari solo per giustificare determinati investimenti in sanità e per fare ‘numeri’ in funzione di determinate attività. Occorre un nuovo approccio e capire che la rinuncia a prescrivere esami o medicine in serie ha per il paziente maggiori benefici rispetto a fare accertamenti purchessia e somministrare prodotti farmaceutici a prescindere”. Al convegno, aperto dal presidente nazionale Siapav, Adriana Visonà, sono intervenuti un centinaio di specialisti da tutta Italia, alcuni anche dall’estero. Una platea fatta di nomi importanti dell’angiologia e di altre branche, messa insieme dalla reputazione che si è conquistata negli anni l’angiologia di Avezzano che esegue circa 8.000 prestazioni complessive l’anno ed è uno dei pochi centri in Regione ad adottare procedure conservative della safena (vena degli arti inferiori), durante il trattamento delle vene varicose, finalizzate a ridurre le recidive e rendere possibile, in caso di necessità, l’utilizzo della stessa per bay-pass arterioso.