L’Aquila. Sanità Abruzzo: “situazione della Asl 1 si aggrava sempre più”.
“La grave carenza di personale che affligge la Asl 1 Abruzzo si aggrava costantemente. In quest’ultimo periodo stiamo assistendo ad una costante emorragia di lavoratori che lasciano il contratto a tempo determinato per andare a ricoprire incarichi a tempo indeterminato in altre strutture sanitarie poste su tutto il territorio nazionale con la conseguente grave perdita per il nostro territorio delle professionalità acquisite nel corso del tempo da questi lavoratori che ci stanno abbandonando non vedendo prospettive concrete per il loro futuro. Chiediamo al manager Testa di intraprendere immediatamente tutte le azioni in suo potere per arginare questo deleterio fenomeno che rischia di devastare la qualità e la quantità dei servizi sanitari erogati nell’Abruzzo interno e di individuare le cause del rallentamento della macchina amministrativa della Asl per rimuoverle”, dichiara la Federazione italiana autonomie locali e sanità (Fials).
“Le altre aziende sanitarie hanno già intrapreso le procedure di assunzione del personale titolare di contratto a tempo determinato che risulta vincitore di concorso in graduatorie di altre aziende e ciò hanno fatto nel rispetto della normativa in vigore, infatti l’articolo 3 comma 61 terzo periodo della Legge 24.12.2003 numero 350 prevede la possibilità per le amministrazioni pubbliche di effettuare assunzioni utilizzando le graduatorie di pubblici concorsi approvate da altre amministrazioni, previo accordo tra le amministrazioni interessate, l’articolo 9 della Legge del 16.1.2003 numero 3 dispone che le pubbliche amministrazioni “possono ricoprire i posti disponibili nei limiti della propria dotazione organica utilizzando gli idonei delle graduatorie di pubblici concorsi approvate da altre amministrazioni del medesimo comparto di contrattazione” e che le Regioni provvedono all’attuazione della suddetta disposizione “secondo le rispettive competenze previste dai relativi
statuti e dalle norme di attuazione” e l’articolo 4 comma 3 ter del Decreto Legge numero 101 del 31.8.2013 convertito con modificazioni in Legge numero 125 del 30.10.2013, conferma, per i vincitori e gli idonei delle graduatorie di cui al comma 3 del predetto articolo, l’applicabilità dell’articolo 3 comma 61 terzo periodo della Legge 24.12.200″.
“Nella nostra Asl invece, immota manet. In merito a questa vicenda, mentre nei reparti di degenza si lotta, negli uffici amministrativi si tentenna. Inutile sottolineare che l’attivazione di queste procedure giova, in primis, ad una gestione più spedita, efficace ed economica dell’attività di reclutamento del personale per la ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila. La nostra ASL rischia di rimanere un passo indietro non solo rispetto alle grandi aziende di altre regioni ma anche a quelle abruzzesi. Un cenno, anche all’alimentarsi delle polemiche, come apprese dai mezzi di informazione, in merito al reportage televisivo e alle successive dichiarazioni rese. La cosa veramente importante e che interessa agli utenti ed ai lavoratori, forse l’unica, è sapere se le immagini divulgate siano vere o il frutto di manipolazioni, perché, se il servizio non fosse totalmente genuino, il manager dovrebbe mettere in atto tutte le azioni in suo potere per tutelare l’onorabilità dei lavoratori ma se, al contrario, quel sevizio dovesse risultare autentico, sarebbe opportuno rendere immediatamente pubbliche le dichiarazioni del primario di quell’unità operativa e del direttore sanitario di quel presidio ospedaliero in modo da comprendere se fossero a conoscenza, come si vede nel filmato, del tipo di copri-scarpe che un dipendente aveva ai piedi e capire cosa abbiano riferito in merito a ciò che è stato dichiarato nel servizio sui bisogni fisiologici dei malati”.
“Va ricordati che gli operatori di questa Asl non è la prima emergenza che affrontano. In particolare quelli del presidio ospedaliero San Salvatore nel 2009 hanno assistito e curato i degenti nelle tende dell’ospedale da campo dove certamente non erano presenti servizi igienici, ma in quel caso non c’è stato nessun problema. Quindi, se fosse vero che si sono verificati dei disservizi, vanno individuate le cause e le responsabilità tra quelli a cui, nel presidio ospedaliero, è demandato il compito di porre i lavoratori in condizioni ottimali per poter svolgere la loro opera. Il personale sanitario non ci sta, il personale sanitario merita rispetto, il personale sanitario non può essere denigrato. Il personale sanitario attende chiarezza”, conclude Fials.