Massa d’Albe. Chi ha visitato almeno una volta la bellissima chiesa di San Pietro in Alba Fucens sarà sicuramente rimasto colpito dai giochi di luce che si creano al suo interno in alcuni momenti della giornata. Al tramonto i raggi del sole infondono all’interno una sacralità e una magia rare da trovare altrove: la luce, passando attraverso le vetrate, risplende sui bellissimi mosaici, facendone risaltare sia le originali forme geometriche, che la strabiliante resa cromatica. La chiesa, costruita sulle rovine dell’antico tempio dedicato al Dio Apollo, incarna il vero spirito del nome Alba Fucens: Alba del Fucino. Gli incredibili giochi di luce che si creano all’interno della basilica, infatti, sono da attribuire proprio alla posizione strategica dell’antica città romana; quando ormai tutt’intorno il sole sta praticamente tramontando, su questa collina risplende ancora un taglio di luce unico, che per qualche minuto le dona una luminosità tutta particolare. Di queste magie di luce si è occupato persino Tito Livio, che nelle sue “Storie” racconta come in Alba si verificasse il “miracolo dei due soli”. Sembra infatti che, in alcune ore del giorno, nel cielo della città si potessero scorgere non uno ma ben due soli affiancati. Questo strano fenomeno sembrava succedesse qualche volta anche al tramonto ma ovviamente, con più frequenza, all’alba.
Ma un altro mistero, ancora più intrigante, è nascosto nella storia di San Pietro: sembra infatti che questa chiesa possa essere stata una fortezza templare. I monaci benedettini, un tempo proprietari della chiesa e dell’adiacente convento, sono da sempre considerati l’ordine più vicino ai templari; come se non bastasse, l’esterno è disseminato di simboli riconducibili all’antico ordine, come maschere mostruose, animali e fiori. Ma è all’interno, precisamente sotto la chiesa, che troviamo la traccia più interessante. Sotto l’abside, nel quale si scende tramite una stretta e ripida scala a chiocciola situata a sinistra dell’altare, c’è un reperto molto curioso.
Al centro della piccola cripta, scarsamente illuminata dalla debole luce esterna, c’è un misterioso sarcofago medievale vuoto, in pietra scolpita e senza coperchio con sopra incisi tre simboli, un agnello, una croce e un fiore, tre simboli tutti riconducibili inequivocabilmente ai Cavalieri Templari. Questi, infatti, hanno da sempre considerato la rosa come un simbolo sacro con cui a volte veniva identificata la Madonna e altre volte addirittura la Maddalena mentre i Rosacroce sono un leggendario ordine segreto, tra i più esoterici della storia cristiana che molti studiosi hanno sempre accostato ai Cavalieri Templari.
Leggende? Verità? Una cosa è certa, Alba Fucens non smetterà mai di stupirci, sia per la sua millenaria e gloriosa storia ormai ben documentata, che per quelle che ancora devono riaffiorare da questo posto così magico.