Avezzano. La Asl ci ripensa e i sindaci cantano vittoria. Medicina generale manterrà infatti lo status di Unità operativa complessa. Il pressing del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, supportato dai colleghi della Marsica e dagli operatori della sanità, conquista così un importante risultato ottenuto durante il vertice del Comitato ristretto di questa mattina. Il Manager della Asl accoglie la richiesta di modifica dell’atto aziendale condivisa da tutti i rappresentati dell’organismo e si impegna a inserire nell’elenco delle Uoc quell’unità “fondamentale” al servizio di tutta la Marsica. “Il gioco di squadra tra sindaci e operatori, uniti in una battaglia comune in difesa della sanità”, afferma Giovanni Di Pangrazio, “è stato vincente.
Manager e colleghi del Comitato ristretto, comunque, hanno colto l’importanza della richiesta e non hanno frapposto ostacoli”. Sindaco soddisfatto, quindi, ma non solo per Medicina generale. La giornata, infatti, ha prodotto altri buoni risultati: Silveri, di fronte ai sindaci, si è impegnato a rendere operative Emodinamica e Stroke-Unit e Neurochirurgia. Per quest’ultima sono state riavviate le procedure per l’assunzione di uno specialista; Emodinamica entrerà in funzione entro l’estate, al termine dei corsi di formazione per due medici. Il Sulla Stroke-Unit Silveri ha informato che l’attivazione del servizio in deroga scatterà appena l’Università procederà alla nomina del medico. Novità anche per l’ospedale di Tagliacozzo, dove è in arrivo la direzione medica di presidio.
“Il manager ha dato un segnale di responsabilità”, aggiunge Di Pangrazio, “ovviamente seguiremo passo passo le procedure fino alla concreta attuazione degli impegni di attivazione di questi importanti servizi salvavita”. Ma questo è solo l’inizio. Ora, il sindaco, in linea con le decisioni assunte insieme ai colleghi della Marsica e agli operatori della sanità, condivise dal comitato ristretto della Asl, istituirà un gruppo di lavoro misto con una mission ben precisa: “ottenere la revisione dei parametri utilizzati dallo Stato per la dislocazione degli Hub e i criteri adottati dalla Regione per la programmazione degli atti inerenti la sanità. “Non possono essere gli stessi tra l’area costiera e le zone interne montane. Il territorio della Provincia di L’Aquila presenta seri problemi di collegamento ed è pari al 50% della Regione”, conclude, “mentre la conformazione geografica dell’Italia non è certamente la stessa. E allora è tempo di andare oltre il concetto ragionieristico, soprattutto sul fronte della sanità, poiché la vita di chi vive in area montana e disagiata va salvaguardata al pari di chi vive in città”.