Avezzano. Secondo le stime della nostra Associazione Nazionale Fismo-Confesercenti (Federazione Italiana Settore Moda), la spesa media durante i saldi si attesterà sui 155 euro a persona. I saldi che partiranno domani saranno i più convenienti degli ultimi dieci anni: gli imprenditori praticheranno sconti sostenuti per recuperare un anno difficile: oltre alla crisi economica, il settore è stato colpito anche dal clima, con una primavera fredda e un’estate in ritardo e troppo lunga. La conseguenza è stata un aumento delle rimanenze di magazzino e quindi delle opportunità per chi acquista in saldo. Anche le vendite di Natale sono andate peggio del previsto, registrando cali su tutto il territorio nazionale. I saldi invernali aiutano a sostenere sia i bilanci dei negozi che hanno risentito di una calo delle vendite, sia di quelle famiglie strette dalla crisi economica: per questo non vanno di certo deregolamentati, ma tutelati, a partire dall’istituzione di una data davvero unica per tutta Italia. Abbiamo chiesto, come Confesercenti, alla Regione Abruzzo di proporsi come capofila per una riforma strutturale della materia. Occorre che ci sia uno slittamento in avanti delle date ed una riduzione della loro durata. I saldi hanno dato molto al commercio negli anni passati ma così come sono strutturati oggi non fanno sempre bene alla categoria. Chiediamo che si apra una fase di sperimentazione che duri almeno 24 mesi, nei quali non solo i saldi vengano posticipati davvero a fine stagione, ma nei quali si aprano anche finestre con la possibilità di effettuare vendite promozionali, fermo restando il blocco totale nei 30 giorni precedenti ai saldi, in modo da consentire alla piccola e media distribuzione di competere ad armi pari. La liberalizzazione condurrebbe di fatto alla fine dell’effetto positivo del saldo, che resta un’importante opportunità per dare respiro ai commercianti gravati da una crisi che ha costretto numerosi negozi a chiudere i battenti. Secondo le stime dell’Osservatorio Confesercenti Nazionale, il 2013 termina con la cessazione di oltre 11.900 imprese della distribuzione moda, al ritmo di 1000 negozi chiusi ogni mese.
Tab.1 – Saldo aperture/chiusure di imprese dettaglio abbigliamento e tessile in Italia, gennaio-dicembre 2013
Aperture
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5.457
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Chiusure
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11.959
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Saldo
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-6.502
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Va anche rilevato che molte risorse delle famiglie a fine anno, tredicesime incluse, erano impegnate per far fronte ad altre voci di spesa come i pagamenti di fine anno, un vero e proprio ingorgo fiscale a cui bisognerebbe mettere mano, un diluvio di 20 pagamenti (12 a carico delle famiglie e 8 a carico delle imprese).