San Benedetto dei Marsi. Sabato alle 10.30 il municipio di San Benedetto dei Marsi (l’Antica Marruvio, capitale dei Marsi) ospiterà una presentazione di “Viteliu.Il Nome della Libertà”. Con la partecipazione di scuole, associazioni culturali e archeologi (per i dettagli si veda la locandina allegata). Di questo valoroso popolo i Romani dicevano: “Nessun trionfo si può celebrare contro i Marsi o senza i Marsi”. Nel racconto del romanzo di Viteliu si parla dei “Morroni” dei monumenti che celebrarono l’alleanza dei Marsi con i Sanniti poco prima dello scoppio della guerra sociale e rappresentarono i due Embratur degli eserciti Italici. Gavio Papio Mutilo (sannita) e Quinto Poppedio Silone (marso). Si tratta di due grandiosi nuclei in opera cementizia romana con basamento a dado e sovrastruttura a cilindro con pietre squadrate disposte simmetricamente e incastrate nella muratura per tenere il rivestimento, riferibili a due mausolei probabilmente databili entro l’ultimo quarto del I secolo a.C., visibili sui limiti sud-ovest dell’abitato sul percorso della via circonfucense, ora Via Valeria: il primo a base cubica con parte superiore cilindrica, con un forzato restauro che non permette di studiare le gettate cementizie; il secondo a struttura a torre quadrata con resti di blocchi per ammorsature del rivestimento in lastre calcaree, ora non più presenti ma riutilizzate nel Rinascimento per la costruzione della nuova cattedrale di Pescina. Recenti interventi di scavo e restauro, hanno evidenziato meglio le gettate successive del calcestruzzo romano, le fondazioni del rivestimento in grossi blocchi rettangoli di calcare con incavi per ammorsature di quelli superiori e un recinto in opera reticolata che doveva racchiudere i due monumenti. Nell’Ottocento, nel periodo storico di massima escrescenza del lago (1804, 1816-17), i due monumenti erano erosi per la metà dell’altezza dalle acque fucensi tanto da preoccupare i visitatori dell’epoca per la loro stabilità”. Secondo alcuni dovrebbero chiamarsi “Mucroni” ed essere stati eretti in onore del generale marso Mucrone caduto durante la guerra sociale, secondo altri si tartterebbe di costruzioni erette per onorare la memoria dei Marsi caduti in guerra e, per la precisione dedicati a O. Poppedio Silone e Vezio Scatone, i quali combatterono nella guerra sociale per l’indipendenza italica.