Quando l’estate si affaccia con i suoi primi caldi, compare puntuale sulle tavole d’Abruzzo, scintillando nel bicchiere con tutte le sfumature del rosa, e allietando prima gli occhi e poi il palato. I rosati in generale – e di conseguenza anche il Cerasuolo – per troppo tempo sono stati ingiustamente considerati “vinelli”. Sono invece di prodotti di gran dignità, che alla freschezza e bevibilità tipica dei bianchi, aggiungono una struttura e complessità che li avvicina ai rossi, rendendoli di fatto perfetti tanto come bevanda a tutto pasto, quanto come semplice aperitivo da bere fresco.
Tra le zone “che vinificano in rosa”, l’Abruzzo è forse quella che gode di maggior fama: è una delle poche regioni italiane (insieme a Puglia e alcune zone del Trentino) dove si può parlare a pieno titolo di “scuola” o tradizione rosatista. Se altrove l’approccio col rosato è recente e dettato principalmente da motivazioni commerciali (della serie…se il rosa “tira”, facciamolo anche noi!), i Cerasuoli dei migliori produttori sono da tempo ben noti sia in Italia che all’estero.
Dopo oltre 40 anni in cui il Cerasuolo è stato classificato come sottotipologia della DOC Montepulciano d’Abruzzo, i produttori hanno ritenuto opportuno dare a questo vino una propria specifica identità richiedendo il riconoscimento della DOC “Cerasuolo d’Abruzzo” giunta negli ultimi anni.
Pur appartenendo alla famiglia dei rosati, ha ben poco a che spartire con essi. Questi ultimi, in genere, sono vini di bassa gradazione, con un’acidità non particolarmente elevata e struttura esile. E per queste loro caratteristiche, spesso, non vengono identificati con una tipologia ben precisa di vino, ma relegati ad una condizione di quasi non-vino, di limbo, o al massimo ad un “compromesso” tra bianchi e rossi.
Il Cerasuolo d’Abruzzo è un vino che ha delle caratteristiche chimiche ed organolettiche ben precise. E’ un vino dal colore piuttosto carico e brillante, di buona gradazione (a volte anche elevata) e sostenuto da un’alta acidità. Anche l’estratto è particolarmente alto. E’ un vino che, se vinificato a dovere può rivelarsi insospettabilmente longevo, anche se lo si apprezza al meglio in giovane età. Se da un lato, quindi, esso non è una via di mezzo tra un bianco e un rosso, dall’altro lato unisce la delicatezza e la freschezza dei bianchi alla forza e potenza dei rossi. Ha una notevole sapidità di base, che gli conferisce una vocazione gastronomica innata. E’ insomma un rosato molto particolare, diverso…
…è il Cerasuolo!
(articolo offerto da Tenuta Tre Gemme)