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Romeni liberi, il sindaco: saremo parte civile. L’opposizione ripudia i manifesti xenofobi

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
16 Giugno 2015
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Tagliacozzo.  Dopo la scarcerazione dei tre romeni arrestati per furto, episodio che ha portato anche all’affissione anonima nella notte di manifesti  minacciosi a sfondo xenofobo, il sindaco di Taglaicozzo, Maurizio Di Marco Testa, ha annunciato di aver dato mandato ai legali del comune per verificare la possibilità di costituirsi parte civile contro i danni di immagine causati alla città. Il primo cittadino non se l’è sentita di contestare gli autori anonimi dei manifesti, ma ora spuntano anche le prime voci contrarie all’atto minatorio. Intanto tra la popolazione sale la tensione.

maurizio di marco testa sindaco di tagliacozzoIl provvedimento di scarcerazione dai domiciliari è stato disposto nel corso dell’udienza di convalida che si è tenuta ieri al tribunale di Avezzano e che ha concesso l’obbligo di firma a Rosca Mihaita 23 anni, Jonut Nandu Mastahac (26), che dovevano rispondere di un furto a un distributore lungo la Tiburtina, e a Pelin Mihai (26), accusato di resistenza a pubblico ufficiale avvenuta durante le perquisizioni domiciliari. La decisione del gip  è stata adottata anche alla luce dello status di incensurati dei tre stranieri sui quali non risultano condanne. A questo va aggiunto che, per i reati a loro contestati, non c’erano i presupposti di legge per disporre una misura cautelare detentiva, cioè il carcere oppure gli arresti domiciliari.

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Il primo cittadino ha parlato di “una sconfitta per la gente onesta. Vedere queste persone in circolazione”, ha dichiarato, “è una sconfitta della legalità, e vedere persone che infrangono le regole non pagare  per il danno che fanno alla comunità è una sconfitta della legalità”. Numerose però anche le voci fuori dal coro, che contestano soprattutto la presenza dei  manifestini attaccati da anonimi durante la notte successiva all’arresto con le foto degli indagati stranieri e frasi di minaccia a sfondo xenofobo.

L’unico esponente del consiglio comunale a intervenire e a contrapporsi alla posizione del sindaco è il rappresentante di opposizione, Vincenzo Montelisciani. “Quei volantini”, ha affermato, “sono la mortificazione dello stato di diritto: nell’idea, nella forma, nei contenuti. La minaccia della giustizia privata ritorsiva rivolta verso la totalità di una comunità, minoranza della nostra cittadina, rappresenta senz’altro un momento regressivo del nostro vivere associato. E’ questo un fatto che non può essere sottovalutato e che deve essere necessariamente stigmatizzato e ripudiato”. Secondo Montelisciani, inoltre, “la responsabilità penale è personale; la criminalizzazione di etnie, popoli, nazioni e minoranze è una pratica che abbiamo già conosciuto nel secolo scorso. Credo che si possa tranquillamente affermare, senza paura di essere smentiti, che quella pratica non contribuì alla soluzione del problema della criminalità; inoltre, Tagliacozzo di tutto ha bisogno, fuorché di divisioni e faide”.

Rita Tabacco, del gruppo Vincenziano, che per tre volte ha subito furti in casa nel giro di pochi mesi, intervenendo sulla vicenda sottolinea che “nel rispetto della legalità e dell’etica civile, non sta ai cittadini stabilire la pena nei confronti dei reati commessi. Deprechiamo ciò che è accaduto”, aggiunge riguardo ai manifestini minatori, “tutto ciò sa di Pontida, una Pontida vecchia. Lo stato di diritto ha assicurato i colpevoli per una punizione a codice, e quindi nessuno aveva il diritto di paragonare essere umani ad animali o scrivere nefandezze utilizzando oltretutto lo stemma dell’Arma dei carabinieri, caduti per anni sul campo per il rispetto della legalità”.

 

 

 

 

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