San Vincenzo Valle Roveto. Roma dedica una piazza a Peppino Testa, eroe marsicano simbolo di lotta al nazifascismo. Giuseppe Testa, nato a Morrea, frazione di San Vincenzo Valle Roveto, il 25 maggio 1924, è stato un partigiano medaglia d’oro al valor militare alla memoria.
“Da oggi Roma è un po’ più bella. Un nuovo civico giusto racconta la storia di chi non si voltò dall’altra parte.
La storia di Peppino Testa, il simbolo di un intero paese, Morrea, che seppe dire no al nazifascismo usando solo le armi dell’accoglienza e della solidarietà”. Ha dichiarato Carlo Rossi, sindaco di San Vincenzo Valle Roveto. “Una storia che passa per il Trullo e che finisce ad Alvito. Ebbe il coraggio anche sotto tortura di non dire nulla sui suoi compagni con i quali nascose 5800 militari alleati e renitenti alla leva sui monti della Marsica. A conferma di quello che disse Calamandrei…Il video con la voce narrante di Filippo Nigro e i testi di Maria Grazia Lancellotti sul sito www.ilcivicogiusto.com”.
Tre giorni prima dell’armistizio di Cassibile era stato a Milano per conto della Direzione del Genio militare di Roma, presso la quale era impiegato. L’8 settembre 1943, mentre tentava di tornare a casa, il giovane geometra fu arrestato dai tedeschi a Monterotondo (RM). Restò poco nelle loro mani. Riuscito a liberarsi, raggiunte le montagne dell’Abruzzo, prima affiancò l’attività di un sacerdote della valle Roveto, don Savino Orsini che con Ugo Gemmiti e Pietro Casalvieri aveva costituito un comitato per l’assistenza ai detenuti politici, ai prigionieri alleati e ai militari italiani in fuga, e successivamente assunse il comando del distaccamento di Morrea della brigata partigiana “Patrioti della Marsica” (Banda Marsica).
In seguito a delazione, il 21 marzo 1944, i nazifascisti riuscirono ad arrestare don Savino Orsini, i due suoi collaboratori e Giuseppe Testa. Al giovane comandante partigiano fu riservato un trattamento particolarmente crudele. I tedeschi, che già gli avevano spezzato un braccio durante il primo interrogatorio, decisero di portarlo al proprio comando di Sora e successivamente nel campo di internamento di Madonna della Stella, collocato nella contrada situata tra Sora e Broccostella (FR), per meglio poter infierire su di lui. Ma anche lì, dopo giorni e giorni di sevizie, non riuscirono a farlo parlare. Sommariamente giudicato da un tribunale militare tedesco, Giuseppe Testa fu condannato a morte e fucilato lungo le sponde di un canale, nella località di Fontanelle di Alvito (FR).
