Avezzano. Parte dalla Marsica e si estende alla Valle Peligna la rivolta contro il decisionismo dell’Aquila sulla Sanità della Asl numero 1. Secondo i sindaci che compongono il Comitato ristretto, la politica aquilana ha avviato consultazioni e ha di fatto messo in atto linee guida che favorirebbero il territorio aquilano a discapito delle altre zone, senza confrontarsi con le altre aree del territorio, quelle che numericamente contano la grande maggioranza degli utenti e dei pazienti. L’ira del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrzio, non risparmia critiche alle manovre di questi giorni e parla di “scelte arbitrarie non condivise”. “Non si comprende come mai è sorta questa levata di scudi contro l’operato della Asl che non si era mai manifestata precedentemente”, sottolinea Di Pangrazio, “anzi, il sindaco Cialente in sede di comitato ristretto non ha mai sollevato questioni dello stesso tipo in questi anni. A differenza mia che spesso ho posto sul tavolo questioni di inefficienza legate all’ospedale di Avezzano, come i casi più eclatanti dei reparti di medicina ed emodinamica. Ma bisogna chiarire bene che la Asl numero 1 è quella della provincia dell’Aquila, e non è dell’Aquila. Il territorio marsicano, molto più popoloso dell’aquilano, insieme alla Valle Peligna sono realtà molto più penalizzate rispetto al capoluogo di Regione. L’ospedale dell’Aquila, pur avendo un territorio più piccolo, può contare su maggiori servizi, che non hanno invece Avezzano, Sulmona e Castel di Sangro con una popolazione doppia rispetto a quella dell’Aquila. L’attenzione”, sbotta il sindaco di Avezzano, “va data ai territori che sono più penalizzati perché i servizi devono essere diretti ai cittadini e dove sono i cittadini e non dove è la politica. Riuniremo il comitato mercoledì”, ha avvertito Di Pangrazio annunciando battaglia, “ed esprimeremo il nostro parere sulle questioni della sanità, sulle attività svolte dal manager e sulla sua eventuale riconferma”. Anche il sindaco di Castel Di Sangro, Umberto Murolo dice no al mancato coinvolgimento nelle decisioni e afferma che “il comitato ristretto dei sindaci non è stato riunito ma assistiamo soltanto a prese di posizioni di alcuni politici aquilani. Noi però”, aggiunge Murolo, “non condividiamo tali posizioni”. Non ci sta neanche il sindaco di Sulmona, Peppino Ranalli, secondo cui “è necessario fare un discorso a livello provinciale, su dati complessivi, per verificare i livelli di sanità sulla provincia e non solo sull’Aquila. Il nostro territorio è stato la Cenerentola della sanità in questi anni e quindi credo che si debba cambiare rotta”.