Che i cinghiali, annoso problema e minaccia per agricoltori e allevatori, potessero essere trasformati in un’opportunità lo avevamo scritto già da tempo (leggere la cattura programmata da Euro-Cash Di Cintio). A conferma di ciò va quindi accolta con piacere la nascita del progetto “Risorse Naturali d’Abruzzo”, che mira a ridurre il numero di questi animali, salvaguardando il territorio e costruendo una filiera forte, competitiva e qualificata. Col risultato, alla fine, di incrementare il consumo di carne di selvaggina trasformata in maniera sicura e di qualità.
Il progetto è condotto da un’associazione temporanea di imprese, con capofila la cooperativa Asca di Nunzio Marcelli, e aggrega ben 22 partner tra investitori diretti e indiretti. Tra gli investitori ovviamente anche la Euro-Cash Di Cintio, che a livello locale sta portando avanti il concetto di filiera controllata già da anni.
La vera grande novità del progetto sta nell’essere riusciti a mettere insieme in maniera sinergica in un’unica filiera cacciatori, agricoltori e trasformatori, con l’obiettivo di colmare il vuoto nel processo che va dalla fase della caccia – o meglio ancora della cattura programmata – all’arrivo delle carni negli impianti di lavorazione. Ogni anno in Abruzzo vengono abbattuti più di diecimila cinghiali e solo una parte di questi è sottoposta alle necessarie verifiche igienico sanitarie e poi immessa nel circuito alimentare.
Il programma – finanziato dal Psr Abruzzo 2014-2020 nell’ambito “Filiere Corte e Mercati Locali” – prevede una durata di 14 mesi, con l’idea di allestire centri di stoccaggio attrezzati dove poter raccogliere le carni che poi saranno distribuite in centri di lavorazione e trasformazione idonei a garantire tracciabilità totale e rispetto dei protocolli igienico-sanitari.
“Il progetto si pone l’obiettivo di trasformare un problema in risorsa – afferma il coordinatore Fabio De Marinis – . Con la vendita di carne di selvaggina attraverso una filiera controllata e certificata, si potrà far emergere un consumo sempre regolare e sicuro per il consumatore, ma anche integrare il reddito delle aziende agricole aderenti. Si ipotizza che a regime la filiera possa intercettare almeno un 55 per cento di tutti i cinghiali abbattuti in Abruzzo”.