Avezzano. Sembrava fatta. Il Comune con il voto contrario unanime aveva bloccato il progetto della mega centrale. Tutti si erano opposti. Ora invece sembra fatta. Ma stavolta si parla della realizzazione dell’impianto e non del suo diniego. A cambiare del carte in tavola, dopo l’acquisizione della società da parte di Enel, è stata l’approvazione del decreto Competitività. All’interno del decreto, l’articolo 30 stabilisce la nomina di Commissari ad acta che sottraggano agli enti locali il potere di decidere quali opere siano vantaggiose per la collettività e per il territorio. Quindi con ogni probabilità l’impianto si farà.
Si tratta di una Centrale a Biomasse della potenza termica di circa 93 MWt (32 MWe) da realizzare ad Avezzano inlocalità Borgo Incile, un elettrodottodi collegamento di tensione di 150kv di lunghezza di circa 4 km; un impianto fotovoltaico della potenza di 300 kWp.
Il progetto verrà finanziato con i fondi per la riconversione dello zuccherificio di Celano ed è localizzato a ridosso dell’ex zuccherificio di Avezzano, nei terreni agricoli lungo la circonfucense.
La centrale vede la ferma opposizione delle associazioni Ambientaliste (WWF e Fare Verde), delle Organizzazioni Professionali Agricole (CIA, Coldiretti e Confagricoltura), dei cittadini e delle istituzioni comunali di Avezzano e Luco dei Marsi e della Provincia, oltre che della Forestale.
Gli unici a opporsi in parlamento sono stati quelli del M5s e sul punto era stata di nuovo posta la fiducia. Oggi i grillini rivendicano coerenza, e criticano, a livello locale, le scelte degli altri partiti tacciati di incoerenza.
“Come già al senato una settimana fa”, affermano dal M5S di Avezzano, “la maggioranza si è ritrovata unita sconfessando nel nome dell’interesse di partito e di poltrona le manifestazioni di attenzione e di interesse per il territorio. E’ probabile”, continuano, “che alla fine della fiera la centrale Powercrop si farà, nonostante un provvedimento sostanzialmente identico fosse già stato bocciato da una precedente pronuncia della Corte Costituzionale. Non si tratta di disattenzione, ma di dolo. Il vizio di incostituzionalità”, dichiarano dal partito di Grillo, “è infatti ben noto ed è stato addirittura sollevato già nella commissione competente per i rapporti tra stato e regioni, dalla relatrice del Pd, Elisa Simoni, che poi però in aula ha votato assieme al suo partito per approvare il decreto”.