Avezzano. Azienda e parti sociali riscrivono l’accordo per i contratti di solidarietà all’LFoundry dopo l’altolà del ministero del Lavoro. La mancata approvazione del decreto ha spinto il mondo politico
a fare pressioni sul ministero affinchè venissero accelerate le pratiche. Proprio in quei passaggi si è scoperto che l’accordo siglato lo scorso anno era tra Marsica Innovation &Technology e sindacati. Dal momento che l’azienda, composta da parte Micron Technology e LFoundry, si è poi fusa dando vita alla LFoundry il ministero si trovava davanti un accordo con un società che non esisteva più e di conseguenza il decreto che avrebbe firmato non sarebbe stato valido. “Non appena è stato comunicato questo vizio di forma ci si è subito organizzati per siglare un nuovo accordo”, ha commentato Roberto Di Francesco (Fiom-Cig), “il ministero, infatti, ci ha dato 20 giorni di tempo per le modifiche dopo di che sarebbe andato avanti e inevitabilmente sarebbero emerse queste incongruenze”. Vista la situazione Alessandro Albertini e Fabrizio Felli, delegati aziendali, Francesca Farda, delegato dipartimento Sviluppo, Lavoro e Formazione, Carlo Imperatore per Confindustria e poi Alfredo Fegatelli
(Fiom-Cigl), Giovanni Di Sero e Antonello Tangredi (Fim-Cisl), Michele Paliani (Uilm-Uil), Andrea Campione (Fismic), Fernando Di Gianfilippo (Failms) e le rsu si sono ritrovati nella sede della Provincia e hanno steso un nuovo accordo che verrà trasmesso nei prossimi giorni al ministero. “Presumiamo che l’iter in questi casi sia molto più celere”, ha spiegato Paliani, “ma viste le difficoltà riscontrate a causa del black out presumiamo che l’azienda utilizzerà le risorse a disposizione per riparare ai danni. Per questo non escludiamo che a novembre ci possano essere difficoltà nel pagamento degli stipendi”. Il ministero ha segnalato anche che l’azienda, in base alla normativa vigente, aveva già richiesto nei cinque anni dal 2010 al 2015 ammortizzatori sociali – cassa integrazione prima e contratti di solidarietà dopo. Lo scadere dei 5 anni è previsto nella primavera prossima mentre i contratti di solidarietà finirebbero ad agosto. Per evitare che i lavoratori rimangano 4 mesi scoperti le parti
hanno chiesto una proroga di qualche mese evitando così disagi. “Già da maggio ho sollecitato un confronto perché sapevo che avremmo superato i 36 mesi utili per i contratti di solidarietà e serviva una deroga alla legge”, ha sottolineato Tangredi, “all’azienda l’avevo detto ma non sono stato ascoltato e ora a pagare sono i lavoratori”.