Avezzano. Ottiene una pena alternativa per scontare otto mesi di reclusione, ma alla fine rischia di perdere il posto perché all’ora di pranzo, secondo l’ordinanza, deve rientrare in casa mentre l’orario di lavoro dura fino alle 18. A protestare per tale situazione è il pugile professionista dei pesi massimi Ivan Di Berardino in attesa della decisione del giudice. Rischia inoltre di essere cacciato dalla federazione pugilistica visto che non può allenarsi. “Il 17 aprile”, racconta l’atleta, “mi viene notificata una condanna a 8 mesi da scontare in affidamento sociale lavorativo o agli arresti domiciliari. Il mio avvocato, Antonio Pascale, presenta un’istanza al tribunale di sorveglianza che rigetta la richiesta. Il giudice decide di farmi da scontare gli 8 mesi ai domiciliari con possibilità di uscire dalle 9 alle 12. Il 20 aprile”, spiega Di Berardino, “il mio legale consegna una nuova istanza allegando il contratto di lavoro e il mio tesseramento da pugile professionista”. Stavolta la richiesta del pugile è quella di ottenere la possibilità di andare a lavorare e cominciare gli allenamenti per un incontro previsto per il 22 maggio. “È dal 20 aprile che abbiamo presentato questa istanza”, afferma Di Berardino, “e il giudice del tribunale di sorveglianza, Bianca Maria Serafini, non si è ancora espressa. In questo periodo di attesa sia il mio datore di lavoro, sia il mio manager continuano a chiedermi spiegazioni. Il titolare dell’azienda di maneggio dove lavoro mi ha spiegato che, essendo io l’unico operaio, ho tutte le responsabilità e la mia assenza pomeridiano lo sta costringendo a rifiutare molto lavoro. In queste condizioni”, continua il pugile, “non posso più svolgere questo lavoro e nei prossimi giorni, se le cose non cambieranno, sarò licenziato e mi ritroverò con la mia famiglia e una bimba di 5 anni senza un reddito. Non so più che fare perché nessuno mi darà più lavoro a queste condizioni, soprattutto alla luce dei miei precedenti”. Il pugile sostiene che sarà costretto a lasciare anche la boxe. “La società sta rimandando in continuazione gli impegni ma alla fine ci saranno delle sanzioni visto che senza allenamenti non potrò combattere e rischierei di essere massacrato”.