Avezzano. “Il Presidente della regione Abruzzo torna da Roma a mani vuote ma, invece di fare un dignitoso atto di umiltà, annuncia il ricorso al Consiglio di Stato per annullare la sentenza del TAR Abruzzo che, a suo dire, riporterebbe l’Abruzzo di tantissimi anni indietro”, si legge nella nota diffusa dai consiglieri Gino Milano, Roberto Verdecchia e Vincenzo Paciotti. “Egli ha manifestato, con inconcepibile arroganza, l’intenzione di chiedere più potere, per legalizzare l’illegittimità del Decreto Regionale n. 15/2011 del 14 Aprile ignorando l’articolo 32 della Costituzione Italiana e calpestando i diritti di un popolo; eppure c’era qualche illustre personaggio, come il Sindaco di Avezzano, che rassicurava i cittadini della sua città e dell’intera Marsica che il Presidente della Regione avrebbe rivisto il suddetto Decreto. E’ giunto il momento che il Primo Cittadino di Avezzano faccia un esame di coscienza, la smetta di piegarsi ulteriormente alle gerarchie del suo partito permettendo al piccone di Chiodi di martoriare la dignità del popolo marso; la stessa dignità che il Sindaco aveva offeso nel corso del Consiglio Comunale Straordinario del 20 Aprile u.s. affermando che Egli aveva la possibilità di poter scegliere se andarsi a curare a L’Aquila o a Roma, ignorando che un Popolo non è fatto solo di Sindaci ma anche di persone più umili che quella facoltà purtroppo non la hanno, e, proprio per questo i nostri Padri Costituzionalisti hanno redatto l’art. 32 della Costituzione che recita quanto segue: “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti ………….. la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Ci verrebbe da chiederci a quali giochi di prestigio stiano ora pensando il Sindaco e la sua giunta Pidiellina per illudere l’intera cittadinanza che tutto va bene, ma forse è tempo perso, andremo avanti per la nostra strada presentando il ricorso al TAR al fine di evitare che il presidio ospedaliero di Avezzano non diventi un ospedale spoke, cioè marginale e secondario privandolo di Unità Operative Complesse che sarebbero trasferite tutte ad Aquila, direzione sanitaria compresa, ma al contrario mantenga le sue eccellenze professionali e specializzate per garantire che, una vasta area di 1.905 Km quadrati, con 6 comuni al di sopra dei 1.000 metri di altitudine e che registra circa 140.000 abitanti, abbia il diritto alla tutela della salute. Il problema, adesso, non è più riconducibile solo ed esclusivamente alla riapertura del reparto di neurochirurgia ma delegittimare un decreto che ha più serie conseguenze. Privare un’area così vasta dell’Abruzzo interno del diritto alla salute significa, a nostro avviso, tracciare la strada che porta alla desertificazione di un territorio, i cui abitanti per storia, cultura e tradizioni hanno sempre rivendicato con orgoglio. Stia tranquillo il Sindaco di Avezzano, mediti serenamente se ci sono o meno le condizioni per ricorrere al Tar senza ledere le gerarchie del suo partito, lo faremo noi il ricorso stante la scadenza quasi imminente ed a nostre spese senza nemmeno gravare sulle casse comunali perché lo scopo principale della politica è quello di salvaguardare i cittadini che si rappresentano”.