Avezzano.Polemiche sulla pista ciclabile della zona nord sono state sollevate anche dal consigliere Roberto Verdecchia e dal coordinatore di Rinnovamento e Partecipazione, Lorenzo Fracassi. “Come potersi esprimere diversamente su un’Amministrazione che sta mietendo scontenti e vittime non curandosi affatto delle più volte paventate dimostrazioni di disaccordo da parte dei cittadini, delle forze di opposizione, della società civile, delle associazioni, del mondo sindacale, delle categorie produttive e da ultimo anche da qualche consigliere di maggioranza, al quale chiediamo una più chiara posizione, visto che un eletto della sua lista è un componente della giunta comunale con un importante delega sui rifiuti”, hanno spiegato gli esponenti del gruppo consigliare Rinnovamento e partecipazione, “ultima ragione di contestazione è la famigerata pista ciclabile, che nasce dal nulla e muore nel vuoto, non è inserita in un piu ampio progetto di mobilità e non aiuta, anzi peggiora, le condizioni del traffico cittadino, in quanto essa, allo stato, non è utile a nessuno. Non è utile agli abitanti della zona nord della città, poiché per raggiungerla dovrebbero percorrere in bici strade strette molto trafficate da autoveicoli che non consentono l’ uso della bici senza correre enormi pericoli, non è utile agli studenti fuori sede che raggiungono la nostra città in treno o pulman poiché non ci sono le condizioni per attraversare il sottopasso della stazione ferroviaria, stessa difficoltà la incontrerebbe anche chi dalla zona nord vorrebbe raggiungere il centro e viceversa, non aiuta, anzi ostruisce il traffico di autoveicoli, pulman ed altro che non hanno possibilità di percorsi alternativi e quindi obbligati a percorrere una strada eormemente ristretta da una pista ciclabile pressochè inutilizzabile, per tutte le ragioni che abbiamo sopra citato, non accontenta i commercianti della zona visto che i clienti non hanno più possibilità di parcheggiare, crea certamente disagio a chi è costretto giornalmente a recarsi all’inps o agli uffici postali di via cavalieri di vittorio veneto; ma la beffa, e qui rasentiamo l’ipocrisia, viene fuori quando si analizza il progetto e si scopre che su via Allende, dinanzi agli uffici della Polizia Stradale e del Commissariato di Pubblica Sicurezza, da una parte e dal deposito dell’arpa dall’altra, la pista ciclabile non si costruisce ai margini della carreggiata ma al centro della stessa. ( Sic est). C’è bisogno di luminari della progettistica o della sicurezza per capire che di per sé una pista ciclabile in mezzo alla carreggiata è già troppo pericolosa, figuriamoci se la carreggiata è posta davanti al commissariato, i cui mezzi in qualsiasi momento, e comunque quando l’emergenza lo richiede, potrebbero uscire a gran velocità senza calcolare che i poveri ciclisti dall’altra parte avrebbero i grandi mezzi dell’arpa. La pista ciclabile è una cosa seria che si deve inserire in un progetto di viabilità e di piano traffico che proietti la città verso il futuro in modo da soddisfare tutte le esigenze dei cittadini. Basta con le cattedrali nel deserto, che si vorrebbero far passare come opere pubbliche, che costano alle casse comunali somme di denaro, ingenti o poco ingenti, a scapito dei contribuenti senza che questi ne traggano alcun beneficio”.