Avezzano. Una bella giornata di sole riscalda i tantissimi concittadini accorsi per il debutto della restaurata Piazza San Bartolomeo. Raggi che illuminano, non solo metaforicamente, un’area che sembrava destinata al buio e alla trascuratezza. Tante le fasce tricolori accorse a dar manforte al primo cittadino di Avezzano Giovanni Di Pangrazio ma tanti anche i curiosi intenti a scoprire il restyling con nuova illuminazione, spazi verdi, una fontana posta all’ingresso e un’area visitabile che lascia intuire il passato di quella che era la vera agorà cittadina.
Dopo il taglio del nastro e il discorso del sindaco, “abbiamo ridato luce alla parte storica della città” ribadisce Di Pangrazio, è il vescovo Giovanni Massaro a dare la benedizione, ricordando ai partecipanti di “preservare e amare la propria comunità” e sottolineando quanto quel luogo sia intriso di rimandi all’esperienza cristiana.
La manifestazione era iniziata alle 10,00 al Castello Orsini-Colonna, con il Recital di pianoforte dei Maria Gabriella Castiglione e, a seguire, con il convegno dal titolo “’L’Avezzano storica ieri e oggi”. Sul palco erano saliti Giovanni Di Pangrazio, Cristina Collettini, Soprintendente per l’archeologia belle arti e paesaggio per le province abruzzesi, Luigi Marino, referente del sindaco per il restyling della Piazza, Luca Piccirillo, Progettista Avezzano Vecchia, Emanuela Ceccaroni, Funzionario archeologo della Soprintendenza per l’archeologia, belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo
Poi, erano stati protagonisti i dirigenti di poste italiane Daniele Evangelisti, Vittorio De Paolis e Biagio Soffiaturo per la Cerimonia di annullo filatelico e la presentazione del bollo speciale e della cartolina dedicata.
Un’opera significativa, quella della nuova piazza, frutto del contributo di tanti. Non a caso il primo cittadino ha voluto ricordare il prezioso contributo economico di Gianni Letta, il lavoro di Giovanbattista Pitoni che ha realizzato un opuscolo sulle vicende e le immagini dell’epoca, le Suore Trinitarie, Serafino Del Bove Orlandi autore di un testo che racconta quanto la collegiata sia passata attraverso inondazioni, terremoti e tanta vita quotidiana, ma anche Aldo Cianfarani che ha proposto all’amministrazione un progetto avveniristico di ricostruzione dell’antica facciata della chiesa.
Le parole del sindaco. “Io ho avuto la fortuna di tagliare tanti nastri in diverse occasioni – dice Di Pangrazio – Però questa ha un sapore diverso. Con Piazza San Bartolomeo restaurata, rendiamo onore alla bellezza dei luoghi e riallacciamo il filo con la nostra identità. Diamo luce ad un pezzo di storia e diamo vita ad un angolo che in passato era il cuore pulsante di Avezzano e della marsica e che, invece, per lunghi anni è stato nel buio e nella trascuratezza, fino a quando nel 2015 e in occasione del centenario del terremoto della marsica, abbiamo fatto ripartire i lavori di scavo”.
E poi, rivolto ai ragazzi ricorda che “ci si può ridurre ad abitare in un posto senza sentire di appartenere allo stesso. A vivere in una città senza sentirla propria, senza sentirla parte del proprio DNA. E, invece, l’identità rende più sicuri di sé, più capaci di raccontarsi agli altri, più orgogliosi di essere avezzanesi e marsicani. Più capaci di rispettare persone e cose. E rende più attrattivi, più riconoscibili”.
Infine, con riferimento al progetto Avezzano storica aggiunge: “Abbiamo voluto darvi una visione di ciò che possiamo ancora fare perché il passato non va musealizzato: va reso presente, va fatto vivere”.
Significativo anche il riconoscimento a Luigi Marino: “è stato per mesi parte dell’arredo urbano della Piazza. Stava qui, giorno e notte a seguire i lavori, facendolo con una grande ricompensa. L’unica, ma la più preziosa. Si chiama passione”. E conclude: “Giornate come questa ci ricordano che ogni comunità ha diritto ad essere la migliore versione di sé. Avezzano vuole alzare l’asticella, lasciare in basso le polemiche e i piccoli conflitti alimentati ad arte. Vuole volare alto.
La storia. Chiamata anticamente Piazza del Pantano perché in tempi remoti, in quel luogo c’era uno dei numerosi acquitrini (pantani) di cui la città era ricchissima, si trovava in posizione centrale e la chiesa era sorta su un antico tempio pagano. Era circondata da superbi palazzi, ospitava una splendida collegiata e veniva considerata dagli abitanti come una vera e propria “passerella” serale; non di rado, di fronte all’antico palazzo del Rebecchino, veniva allestito un palco, sul quale si esibiva la banda musicale. Fino al 1914, la collegiata di San Bartolomeo, era l’unica chiesa parrocchiale.
Alle 7,53 della tragica mattina del 1915, un terribile terremoto, la ridusse ad un cumulo di macerie.
Nel 2001 iniziarono i lavori di scavo per riportare alla luce la Chiesa di San Bartolomeo e la piazza antistante, più volte interrotti e poi ripresi nel 2015 per impulso del sindaco Giovanni Di Pangrazio.
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