Avezzano. Il consigliere di opposizione, Gino Milano, interviene dopo il rimpasto sulla questione politica alla luce del consiglio comunale di venerdì. «Cambio di assessori al Comune di Avezzano: è un film già visto”, si legge nell’intervento di Milano, “riguardante gli avvicendamenti ai quali abbiamo assistito in questi anni, senza mai capire fino in fondo se si trattasse di sfiducia verso le persone o di incapacità programmatica, ovvero di accordi tra lobbies”. “”Avezzano è stata sempre amministrata da una squadra””, ha ribadito il sindaco al consiglio comunale. La squadra di chi? Composta da chi? Non mi sembra che Giunta e Maggioranza abbiano mosso mai appunti nei confronti di Antonio Di Fabio e di Domenico Mancini, anzi: il loro operato è stato oggetto di plauso, fuori e dentro il Palazzo comunale! Ma stavolta altri “ordini” arrivano da lontano (poco o tanto lontano?) e diventano motivazione politica: “non ti caccio perché non sei bravo; non ti caccio perché non fai squadra. Ti caccio perché sei dell’Udc o perché sei confluito nel Fli”. Due evidenti significati: primo, l’amministrazione della città entra sempre più in una dissociazione programmatica; secondo, qualcosa di autenticamente nuovo sta avvenendo nel mondo politico e le vicende alle quali assistiamo sono avvisaglie di importanti cambiamenti che vedremo meglio in seguito. Davvero il decollo del Terzo Polo potrebbe cambiare in profondità (al Governo nazionale come nelle città e nei paesi) le dinamiche della politica italiana! Resta, comunque e soltanto, l’interesse autoreferenziale di quest’amministrazione, tanto attenta alla sua autoconservazione quanto distratta verso le esigenze di Avezzano e degli avezzanesi. Un esempio eclatante è rappresentato dal problema dei rifiuti, che tra annunci, promesse e dichiarazioni sta precipitando verso un punto di non ritorno. Senza un indirizzo preciso sulle scelte di fondo per un piano di recupero e di riciclo dei rifiuti considerati risorse energetiche e bioecologiche, e non soltanto “monnezza” da bruciare; senza scelte operative, pur in tempo di emergenza; senza neppure contrapporsi in sede giudiziaria ai legittimi ricorsi avanzati da associazioni ambientaliste e comunità di cittadini, la maggioranza vara un “ordine del giorno” da inviare alla Regione affinché faccia presto un piano rifiuti, perché ove venisse accolto il ricorso amministrativo ci si troverebbe di fronte ad un danno irreparabile per il territorio. Ma questo lo sappiamo tutti come cittadini ordinari. Agli amministratori è richiesto di governare il problema, cioè cercare soluzioni e prendere decisioni, non limitarsi a dire ciò che è evidente a tutti. Ma, forse, stanno riabituandosi ad essere, appunto, cittadini ordinari, lasciando ad altri la responsabilità di amministrare la città».