Tagliacozzo. I manuali di storia spesso non raccontano fatti ed episodi fondamentali per la vita della nostra Nazione. Sfogliando le pagine di un qualsiasi libro è difficile, se non raro, trovare i piccoli particolari, le curiosità e le personalità del nostro passato. Ecco quindi che interviene la ricerca storica e la rievocazione che colma quel vuoto spesso lasciato dalle lezioni scolastiche. Passando in auto nel tratto della via Tiburtina che costeggia la Valle di Luppa, nel Comune di Sante Marie, si è sempre ignorato che un tempo lì venne catturato il generale catalano Josè Borjes, che poi venne fucilato a Tagliacozzo senza un processo. Grazie alla ricerca e poi alla rievocazione storica, negli ultimi anni questo personaggio è stato riscoperto e nei due luoghi simbolo del suo passaggio nella Marsica compaiono delle stele che lo ricordano. Sulla rievocazione del generale catalano è intervenuta l’associazione Prospettiva Futura e l’exVice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale.
“Troviamo singolare”, afferma il consigliere comunale di Prospettiva Futura, Vincenzo Giovagnorio, “che cotanta autorità in campo accademico- scientifico, quale è il professore Franco Salvatori, trovi singolare la manifestazione promossa lo scorso 8 dicembre dalle Amministrazioni Comunali di Tagliacozzo e di Sante Marie e organizzata da “Prospettiva Futura”, hanno spiegato i responsabili dell’associazione culturale, “all’amplissimo Preside dell’Istituto Geografico Italiano, forse troppo preso dagli impegni del suo alto Ufficio, sarà sfuggita l’evidenza che Enti promotori ed Ente organizzatore sono inequivocabilmente e palesemente indicati sui più di cinquecento inviti diramati e, se pur l’illustre Cattedratico per una qualche svista non fosse stato ricompreso nelle liste degli invitati, avrebbe certamente potuto avere contezza di ogni informazione a riguardo documentandosi attraverso gli oltre cento manifesti regolarmente affissi nei territori comunali del nostro Mandamento. Vogliamo sperare che al chiarissimo Professore siano sfuggite per disattenzione le inequivocabili e pubbliche finalità prettamente storiche e rievocative dell’evento cui Tagliacozzo e Sante Marie sono innegabilmente legati e l’aspetto religioso-commemorativo in suffragio dei caduti di tutte le guerre che pur si è ritenuto dovesse essere congruamente messo in risalto anche e sopratutto in occasione delle celebrazioni dell’unità della nostra amata Italia. Al proposito, inutile ribadire al Professore che nei pochi anni della così detta “lotta al brigantaggio meridionale” furono giustiziati come briganti oltre seimila italiani i quali non avevano voluto aderire al nuovo governo ed il cui sangue ha sicuramente contribuito alla nostra Unità. Possiamo inoltre comprendere l’osservazione sul tabarro indossato dal Sacerdote intervenuto; certo non si è più abituati a vedere i preti vestiti da preti e sopratutto con il decoro che si addice ai sacri ministri, specialmente nei giorni di solennità. Il Professore accennava nel suo intervento alla “conciliarità” dell’indumento, tuttavia ci spiace contraddirlo sul fatto che le due correnti conciliari, progressista e conservatrice, non ci risulta abbiano dibattuto e votato pronunciamenti in materia di mantelli. Infine, ciò che veramente troviamo singolare è la pretesa che un Presidente di Provincia, due Primi Cittadini, e altre Autorità religiose e militari dovessero regolare i loro comportamenti in base alle direttive individuali di un cittadino, seppur onorario di questa nostra Tagliacozzo e seppur autorevole e rispettato. Il Chiarissimo Prof. Franco Salvatori da parte sua potrebbe invece meno ambiguamente palesare e quindi ricambiare il rispetto verso le locali Istituzioni e perché no, anche nei confronti di chi manifesta profonda sensibilità verso la memoria storica e verso coloro che pur avvertono l’inquetudine che interrogativi storici non cessano mai di suscitare”.
Anche l’ex vice Direttore Generale dell’amministrazione Scolastica Nicolini è voluto intervenire sulla vicenda.
“Il mio amico, professor Franco Salvatori, accademico di Tor Vergata, ha espresso vivaci critiche ed osservazioni sulla manifestazione, svoltasi in Tagliacozzo l’8 dicembre, per ricordare il generale spagnolo Josè Borjes. Tale lettera, a mio sommesso avviso, contiene almeno tre imprecisioni. La prima è quella di aver giudicato la manifestazione stessa “ambigua” ed avente un “recondito obiettivo”. Mi sembrano invero inesistenti tali misteri perché nulla c’è di scorretto o di ambiguo nel ricordare, cioè di dare memoria storica, pur nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, alla figura di un nobile militare catalano, chiamato a Gaeta dal Re Borbone Francesco II° (che, per inciso, non abdicò mai al suo trono) ed incaricato di valutare in loco la possibilità di un restaurazione borbonica. In tale indagine il Borjes ebbe anche modo di conoscere e frequentare i cosiddetti briganti – taluni davvero feroci e violenti – che, in quei tempi ed in quelle contrade meridionali, attuavano una forte resistenza – a torto o a ragione – a quella che da loro e da tanti, anche persone di rango e di cultura, era considerata una illegittima invasione straniera. Si parlò infatti, a proposito di questi personaggi, anche di brigantaggio sociale. Credo allora che far precisa memoria storica di un mero fatto e di un personaggio non sia né apologia di un regime né motivo di ambiguità, posto che dovremmo ormai esse consci che non sempre i vincitori hanno avuto tutte le ragioni ed i perdenti nessuna (come ci hanno recentemente dimostrato, pure rispetto alla Resistenza degli anni 1943/1945 ed oltre, gli accurati lavori letterari di Giampaolo Pansa) e che la Storia deve essere obiettiva. La seconda imprecisione della lettera di Salvatori è nel ritenere sconosciuti i promotori e gli organizzatori della manifestazione in parola. Invero, come tutti hanno potuto leggere nei manifesti affissi e negli inviti, l’iniziativa è stata curata dai referenti locali dell’antichissimo e prestigioso Ordine Costantiniano e di San Giorgio (del quale peraltro io non faccio parte), con il convinto e formale patrocinio – comprensivo di cerimonie nelle rispettive Sale Consiliari – delle Amministrazioni Comunali di Tagliacozzo e di Sante Marie, le quali non mi sembrano, essendo anche di segno politico diverso, covi di pericolosi nostalgici e di restauratori di regni ormai inesistenti. Né, credo, possano essere ritenuti tali alcuni festosi partecipanti, abbigliati in fogge del tempo, testimoni solo di un’escrescenza folcloristica (ivi compreso il buon parroco di Aielli) che non può far davvero paura a nessuno. La terza imprecisione in cui è incappato l’amico Salvatori è quella per la quale, facendo notare la mia presenza nella manifestazione, mi ha gratificato della qualifica di Vice Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale. Essa però non mi compete più perché da circa un anno sono in quiescenza. Prendo allora il riferimento come un gradito omaggio al lavoro che, nella suddetta veste, ho svolto appassionatamente per dieci anni. Non me ne voglia il caro Franco Salvatori ma ho ritenuto giusto ed opportuno sottolineare quanto sopra per la correttezza che si deve alla memoria storica e per fugare assurdi dubbi sulle mire di un evento teso solo a ricordare”.