Avezzano. Avrebbero trasportato dei rifiuti liquidi da un depuratore all’altro. Rifiuti non pericolosi ma trasferibili comunque solo tramite autorizzazione. Con tale accusa i vertici del Cam e un dirigente tecnico sono accusati di reati ambientali per divieto di scarico. Dovranno presentarsi davanti al giudice del tribunale di Avezzano, Stefano Venturini il 21 giugno l’ex direttore generale e consigliere di gestione Luca Erminio Ciarlini, di Rimini, Giuseppe Venturini nei panni di consigliere di gestione con mansione di coordinatore di tutte le attività di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di depurazione, e Antinio Di Cesare, responsabile dell’ufficio tecnico del Cam. Sono accusati di un’attività di raccolta e trasporto di rifiuti non pericolosi dall’impianto di Collrmele a quello di Pescina senza autorizzazione. Sarebbero stati gettati, secondo l’accusa, rifiuti liquidi in un corso d’acqua denominato Fosso Pantano.
Sarebbe stato riversato nell’impianto di depurazione di Pescina del materiale derivante dall’impianto di Collarmele senza fare una comunicazione alla Provincia a cui era stata segnalata invece una diversa tipologia di rifiuti rispetto a quella scaricata. Gli episodi contestati risalgono a ottobre del 2013. All’allora massimo dirigente dell’ente marsicano, all’attuale dirigente Venturini e al tecnico, la procura di Avezzano contesta in concorso la violazione di reati ambientali secndo il Decreto Legislativo 3 aprile 2006 numero 152. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Avezzano Guido Cocco. Tutti i tre dovranno presentarsi davanti al giudice del tribunale di Avezzano, Stefano Venturini. SOno difesi dagli avvocati Aldo Lucarelli, Raffaele Mezzoni e Mario Babbo.