Avezzano. I sindacati tornano a parlare della Asl 1 di Avezzano- Sulmona-L’Aquila e questa volta mettono in luce la “sistematica riduzione di personale in capo alla Asl1”. In una nota Francesco Marrelli, segretario generale della Cgil della provincia dell’Aquila e Anthony Pasqualone, segretario generale Fp Cgil, sottolineano come “da una sommaria lettura del Bilancio, approvato con deliberazione del Direttore Generale n. 1178 del 30/06/2021, si rileva una contrazione del numero degli addetti a tempo indeterminato”.
“Dai “dati sull’occupazione” riportati nel Bilancio di esercizio anno 2020”, spiegano, “che la stessa Asl dichiara essere provvisori- in quanto il Conto Annuale non è stato ancora predisposto – al 31/12/2019 risultavano in forza 3249 addetti a tempo indeterminato, mentre al 31/12/2020 ne risultavano 3167 con una diminuzione di 82 unità lavorative a tempo indeterminato. Per onor di cronaca ricordiamo che il reale fabbisogno stimato dalla Asl è di 4053 dipendenti a tempo indeterminato, raggiungendo, con tale ulteriore contrazione, il numero di 886 posti vacanti in organico. A questi vanno aggiunte altre 277 unità lavorative utili al rispetto delle turnazioni di legge, come rilevato e deliberato dalla stessa Asl, raggiungendo pertanto una scopertura di personale pari a 1163 unità lavorative a tempo indeterminato. Tutto ciò sempre riferito ad una fase ordinaria della gestione dei servizi sanitari”.
“Se questo dato del Bilancio venisse confermato in sede di redazione del Conto Annuale 2020”, si legge nella nota sindacale, “la Asl 11 di Avezzano Sulmona L’Aquila, in piena fase emergenziale durante la Pandemia mondiale da Covid 19, avrebbe raggiunto il dato occupazionale, a tempo indeterminato, più basso dal 2014 in poi”.
“Va ricordato che”, continuano, “proprio nell’anno 2014, entrò in vigore il DL 161/2014 riguardante le Disposizioni in materia di orario di lavoro del personale delle aree dirigenziali e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale – in tema di orario di lavoro e di riposi obbligatori. Paradossalmente, proprio dall’entrata in vigore del predetto DL, nella ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila, è diminuito costantemente il personale, nonostante la stessa ASL avesse dichiarato, con propri atti amministrativi, la necessità di incrementare la dotazione organica ai fini del rispetto della citata normativa di Legge. Chi si è sobbarcato il peso della diminuzione di personale durante tutto questo periodo e, ancor di più, durante la fase pandemica, altri non sono che le lavoratrici ed i lavoratori che con spirito di servizio, sacrificio, abnegazione e dedizione hanno continuato, nonostante le tante criticità e le accuse provenienti proprio dalla stessa ASL, a garantire il servizio sanitario pubblico”.
“Ad avvalorare quanto appena descritto”, chiariscono, “è lo stesso Bilancio che certifica un aumento del costo del lavoro straordinario effettuato dal personale stesso a garanzia dell’erogazione dei servizi essenziali e per fronteggiare l’emergenza Covid. E’, pertanto, ancora del tutto evidente che l’attuale forza lavoro è assolutamente insufficiente per la piena ed ottimale erogazione dei servizi sanitari pubblici; ciò viene ancor oggi confermato dal fatto che, in concomitanza del periodo feriale estivo, alcuni servizi/reparti, come ad esempio l’U.O. di Urologia del P.O. Di Sulmona, ma anche diversi servizi ospedalieri e territoriali di tutta la ASL, riducono drasticamente le proprie attività sanitarie con grave pregiudizio per la garanzia del diritto alla salute di cittadine e cittadini. Tutto ciò ad aggravare ulteriormente le lunghe liste di attesa che attendono una soluzione da troppo tempo. A ciò si aggiunga che, sempre come riportato nel Bilancio 2020 della Asl, vi è stata una contrazione di Medici di Medicina Generale pari a 20 unità, passando da 249 del 2019 a 229 del 2020, diminuiscono anche i Pediatri di Libera Scelta”.
“Tale inaccettabile condizione non ha fatto altro che precarizzare ulteriormente, nelle sue varie forme, il lavoro all’interno della Asl 1, nei confronti di tutto il personale precario è necessario procedere entro breve termine alle procedure di stabilizzazione, trovando la soluzione adeguata per non disperdere, anzi, per valorizzare le tante professionalità acquisite. Siamo stanchi delle promesse mai mantenute dalla politica regionale e locale, della falsa retorica in odore propagandistico che ogni maggioranza chiamata a governare ci propina, come a voler rimarcare le differenze con la precedente amministrazione, abbiamo bisogno di altro, occorre immediatamente invertire una tendenza che continua da troppo tempo, per garantire un futuro diverso alla Sanità Pubblica Provinciale, affinché l’accesso ai servizi sanitari torni ad essere riconosciuto come un diritto universale di ciascun essere umano. La politica deve essere chiamata ad un alto senso di responsabilità affinché concepisca la salute come un bene comune rivolto alle comunità e non più come terreno di scontro o di propaganda elettoralistica”.
“E’ necessario un impegno serio, continuo e costante da parte delle istituzioni”, concludono, “che restituisca alla Sanità Pubblica provinciale la giusta dignità, partendo dall’assunzione e stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori giungendo alla piena saturazione del fabbisogno di personale, passando per una concreta programmazione che sia in grado di rispondere prontamente ai reali bisogni delle comunità attraverso un sistema integrato di sanità di prossimità e che realizzi, al contempo, una reale sinergia tra rete ospedaliera e rete territoriale, secondo un ormai noto principio che l’ospedale di qualità è legato ad una medicina territoriale di qualità”.