Avezzano. “Ho piena fiducia nei giudici e nella giustizia, come ho sempre ripetuto nel corso della mia carriera al servizio delle istituzioni. Attendo con serenità la pronuncia del collegio giudicante, sicuro del fatto che emergerà la mia completa estraneità agli addebiti contestati. Nel frattempo, tutte le mie energie saranno dedicate a risollevare le sorti della città della quale ho l’onore di essere sindaco”.
È il commento del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, all’indomani della notizia della richiesta da parte dei pubblici ministeri della procura aquilana, Stefano Gallo e Roberta D’Avolio, di una pena di quattro anni e mezzo, a conclusione del processo che lo vede imputato in relazione al presunto uso spregiudicato delle auto blu della Provincia.
“Pensiamo di aver dimostrato la completa insussistenza delle accuse contro il dottor Di Pangrazio, peraltro come dimostrano gli atti della ragioneria, in quel periodo lo stesso ha rinunciato a circa 60 mile euro di indennità e non ha mai chiesto un euro di rimborso per le spese”, dichiara l’avvocato difensore di Di Pangrazio, Antonio Milo, “la sua specchiata moralità riconosciuta dalla città è stata testimoniata in tutte le fasi processuali che ormai durano da oltre otto anni con una grande sofferenza del dottor Di Pangrazio, rieletto sindaco della città per tutelare i cittadini, come sta facendo sin dall’inizio, dalla grave fragilità economica e sociale in cui versa il territorio marsicano”.
“Sul contestato utilizzo dell’autovettura di rappresentanza dell’Ente”, conclude, “ricordo che un illustre predecessore, il professor Mario Spallone, in occasione di un procedimento analogo del Tribunale di Avezzano, dove gli venivano contestati numerosi viaggi e il Pm aveva chiesto 5 anni di pena, sulla base del regolamento per la gestione e l’uso dei veicoli comunali, tutt’ora vigente, fu assolto perché il fatto non costituisce reato. Siamo sicuri che anche il tribunale dell’Aquila sulla base della ricostruzione dei fatti assolverà il dottor Di Pangrazio, per continuare a difendere i cittadini e una città che, dopo un lungo periodo di commissariamento, sta iniziando a risalire la china”.
Processo a Di Pangrazio, l’accusa chiede 4 anni e mezzo per l’uso dell’auto blu nel 2014