Avezzano. Quello scontrino da 52 euro e 50 per cioccolatini pregiati, marron glassè e caffè poesia consumati da un gruppo di amministratori in trasferta a Firenze a spese della collettività, proprio non è andato giù al consigliere di opposizione Mariano Santomaggio. Soprattutto dopo che, a ottobre scorso, l’esponente di Forza Italia aveva denunciato il viaggio del sindaco Gianni Di Pangrazio e di quattro assessori e consiglieri all’Assemblea nazionale dei Comuni italiani (Anci) a Firenze. Al centro della contestazione il rendiconto delle spese (2600 euro), presentate dall’assessore al bilancio Ferdinando Boccia e sostenute dal primo cittadino Gianni Di Pangrazio e da altri quattro esponenti del Comune in quella missione amministrativa. A suo tempo, dopo quel viaggio dal 23 al 25 ottobre scorso che Santomaggio aveva definito “gita”, il consigliere berlusconiano si era dichiarato indignato per quelle spese, che in partenza erano 3.600 euro. Mille euro infatti furono poi restituiti all’agente contabile che li aveva anticipati. La delegazione era composta, oltre che dal sindaco, dal vice Ferdinando Boccia, dal presidente del consiglio Domenico Di Berardino, l’assessore al Patrimonio, Luca Angelini, e anche l’esponente di minoranza, capogruppo Lino Cipolloni. Ora però, quello che ha scatenato le ire di Santomaggio è stato il dettaglio delle spese e in particolare la “ricca pausa notturna” a base di cioccolato pregiato e marron glacé trascorsa dal gruppo di marsicani in trasferta al “Caffè Scudieri 1929”, in piazza San Giovanni. La tranquilla serata d’autunno, 18 minuti prima della mezzanotte si svolge al tavolo numero 24 dello storico locale a due passi da piazza Duomo a Firenze. Seduti alcuni rappresentanti del Comune di Avezzano. Al tavolo ordinano due “caffè poesia” e un decaffeinato (13 euro), un caffè semplice (3,50), marron glacé per quattro (12 euro), cioccolatini per quattro (12 euro), un’acqua minerale (5 euro) e una enigmatica voce “varie” (7 euro). Conto finale: 52,50 euro.
“La notte del 23 ottobre i nostri amministratori”, accusa Santomaggio, “si sono rilassati gustando prelibatezze alla faccia nostra. Ci vuole una bella faccia tosta”, continua il consigliere, “a sprecare così i soldi nostri. Forse è l’eccesso di onnipotenza che porta i nostri amministratori a commettere gesti così offensivi per gli avezzanesi che soffrono. Quali le conseguenze signor sindaco?”, domanda Santomaggio. Il primo cittadino si tira fuori: “Io non c’ero”, ha spiegato, “ero impegnato con gli altri sindaci”. Più stizzita invece la replica del vicesindaco Boccia che rimanda le accuse al mittente: “il consigliere Santomaggio”, ha affermato, “invece di attaccarsi ai 50 euro del bar, spesi legittimamente, restituisca i compensi percepiti dal Cam, dai 30 ai 50mila euro l’anno, come revisore dei conti visto che l’esito del suo lavoro al Consorzio non è stato dei migliori visti gli attuali debiti dell’ente”.
Galeotto fu quel “caffè poesia” da 4 euro e 50 consumato in una sera di luna piena in un locale lussuoso avrebbe scritto Dante Alighieri se fosse vissuto ai giorni nostri e se passeggiando per quel di Firenze avesse visto il gruppo di amministratori comunali seduti al quel tavolo numero 24.