Ieri sera il premier Conte ha annunciato la riapertura di “qualche attività produttiva, in particolare il taglio dei boschi per fornire i combustili solidi e attività forestali”. In realtà, non sembra essere il classico “notizione” da prima pagina. E’ certamente un fatto positivo e un segnale, si spera, che presti si torni tutti alla normalità, ma, per chi nel settore dei combustibili liquidi e solidi ci lavora da anni, non si tratta di una grande “rivoluzione”. Abbiamo interpellato Carlo Minicucci , della nota azienda di Magliano, che ci ha spiegato quanto segue.
“La notizia di ieri ci permette di lavorare più tranquilli e sereni“, spiega, “ma in realtà, la produzione dei combustibili non si è mai arrestata del tutto. Trattandosi di attività funzionali alla continuità della filiera, nonchè finalizzate alla produzione di beni di pubblica utilità, come sono quelli per il riscaldamento e la produzione di energia per le famiglie, noi del settore non abbiamo mai smesso di lavorare. A parte i primissimi giorni, dove c’era la maggiore allerta e dove abbiamo bloccato tutto per capire quale fosse il modo migliore per riorganizzasi in sicurezza e rispettando le norme. Non lo dico io, ma era scritto chiaramente sui Decreti Legge dell’11 e del 20 marzo (DPCM 11/03/2020 art. 1 comma 1 allegato 1, DPCM 22/03/2020 art. 1 comma 1 lettera D, lettera E con riferimento alla Legge 146 del 12/06/1990 art. 1 comma 2 lettera A – ndr)
Un po’ di carenza di materia prima c’è stata in queste settimane, perché qualche azienda che si è fatta cogliere di sorpresa è rimasta un po’ indietro. Ma ora, con questo nuovo decreto, la produzione ripartirà su tutta la filiera. Quindi il messaggio che voglio dare è di stare tranquilli, che pellet e legname non mancheranno, come è sempre stato in passato. Magari ci potrà essere qualche minimo ritardo, ma rientra tutto in una situazione gestibile“.