Carsoli. Nella solennità della festività della Pentecoste, lo scorso maggio, si è svolta a Carsoli, alla presenza di moltissimi fedeli,delle autorità civili e religiose, del parroco don Enzo Massotti, del Vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro, la riconsacrazione della chiesa Cimiteriale di “Santa Maria in Coelis”, magnifico monumento di stile romanico risalente all’XI secolo. Finalmente, dopo consistenti lavori di ristrutturazione durati diverso tempo, la chiesa è tornata al suo antico splendore pronta nuovamente ad essere visitata ed utilizzata per i vari riti religiosi. Nelle parole di uno dei sacerdoti presenti all’evento, don Fulvio Amici, parroco di Tufo e Pietrasecca di Carsoli, è stato possibile cogliere l’importanza che riveste questo gioiello artistico per l’ intera Comunità della Piana del Cavaliere. “Rivivo la sensazione profondamente gioiosa che mi pervase nel vedere per la prima volta, passando, la struttura antica della chiesa”, ha spiegato il religioso, “ignoravo il nome e la storia del monumento. Altrettanto sconforto fu quello che provai nel trovarla poi abbandonata e negletta da chissà quanto tempo! Facile dunque capire la gioia per i lavori compiuti e l’invito del parroco, don Enzo Massotti, a partecipare alla Riconsacrazione e riapertura al culto sacro del vetusto monumento da parte del nostro vescovo Santoro. Il 19 maggio del corrente anno 2013, solennità della Pentecoste, alle 17,30 ci siamo ritrovati in tanti, nei dovuti paramenti richiesti dalla solennità della cerimonia a condividere l’attenzione per un rito piuttosto raro, con le mani del vescovo a cospargere di olio sacro profumato l’ingresso e l’altare, con la nuova pietra sacra portata da Mauro Iacuitti , esecutore dell’ottimo lavoro di restauro, pronta a ricevere le sacre reliquie. Parole, gesti pieni di simbolismo nella solennità dell’antico rito in un ambiente così ricco di sacralità. L’acme commovente per chi vive nella storia e nel sacro riascoltare la parola di Dio proclamata dal Diacono proprio lì, dall’alto del pulpito antico. Voce e figura così satura di un medioevo lontano che nessuno dei presenti aveva ormai più nella memoria. Immerso nella sacralità del luogo e del rito, immemore della sciatica che mi costringeva a stare sempre in piedi, ho vissuto e condiviso la gioia profonda di chi ha ritrovato la propria madre ridandogli la dovuta dignità e rispettoso amore”. Come di dovere il vescovo, il sindaco Mario Mazzetti, il parroco e tutti i sacerdoti presenti hanno posto con commozione la firma sulle pergamene attestanti la solennità storica del rito concluso con la gioia di tutti. Al termine della cerimonia è stata sottolineata l’importanza del’accoglienza materna della chiesa per tanta povera gente di passaggio nei secoli passati, compresi Papi, Imperatori e Re spesso di passaggio dopo un impresa fortunata, o in fuga dopo una tragica situazione come quella di Vittorio Emanuele III che alcuni dei presenti ricordavano. Massimo Mazzetti