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Rete ospedaliera, “il grande bluff: alla sanità della Asl1 toccheranno le briciole”

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
2 Luglio 2021
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Avezzano. “Altro che programmazione, siamo davanti ad un depotenziamento a tavolino di un intero territorio. La rete ospedaliera improntata da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia è una sciagura per la provincia dell’Aquila: un aumento risibile di posti letto rispetto a quello previsto nelle altre Asl, e per di più inefficace visto che quel po’ che viene elargito viene posizionato dove non serve, come dimostrano i dati del tasso di occupazione dei reparti. Ci danno poco e quel poco non migliorerà in alcun modo l’offerta sanitaria pubblica del nostro territorio”.

Lo afferma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Giorgio Fedele che questa mattina nel corso di una conferenza stampa, carte alla mano, ha svelato il grande bluff che si nasconde dietro la rete ospedaliera proposta dal centrodestra.

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“Da uno studio delle carte e dai relativi conti che ne scaturiscono”, sottolinea il pentastellato marsicano, “quello che si evince è la completa incapacità del centrodestra di attuare una programmazione efficace lì dove più serve. Manca evidentemente una visione basata sulla reale conoscenza del territorio e le sue criticità. Il tutto aggravato dall’estremo ritardo con cui Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia stanno procedendo: basti pensare che stiamo approvando in zona Cesarini la rete ospedaliera 2019/2021 e che il piano sanitario e la rete territoriale per lo stesso periodo sono di fatto ferme al palo”.

“Il documento che ci hanno mandato in visione ci prospetta un futuro per niente roseo. I numeri parlano chiaro”, incalza Fedele, “il tesoretto di 207 posti letto che era a disposizione della Regione è stato ripartito in modo inaccettabile tra le quattro Asl abruzzesi: la Asl 1 è l’ultima su cui la Regione ha inteso investire con un aumento di circa 15 posti letto. Per capire quanto questo numero sia esiguo basta compararlo con quelli aggiunti, per esempio, nella Asl 2 Lanciano Vasto Chieti che ne conta 91, o la Asl 3 di Pescara che ne conta 54 o la Asl di Teramo che ne conta 47”.

“Nel dettaglio”, spiega, “L’Aquila segna meno 5 posti letto, Castel di Sangro meno 7, Avezzano 5 posti letto in più di cui 2 nella realtà sono sempre stati attivi, quindi nei fatti l’aumento è di soli 3 posti letto, Sulmona e Tagliacozzo rispettivamente più 10 e più 12, ma in questi ultimi casi parliamo di posti di riabilitazione che, seppur utili, non vanno a decongestionare i reparti che sono più in sofferenza e che sono soggetti ad emergenze urgenze. Perciò anche dove qualche briciola è stata elargita c’è poco da essere felici. I tassi di occupazione dei reparti, infatti, rappresentano chiaramente il bisogno di una programmazione adeguata, per evitare che le divisioni in sofferenza siano costrette a scavare il fondo del barile per poter garantire i servizi. Un bisogno che però, numeri alla mano, non viene in alcun modo compensato dalla nuova Rete Ospedaliera. Questo significa che rispetto al fabbisogno del territorio e alle carenze che fino ad oggi abbiamo subito nei reparti esistenti, nulla è stato fatto”.

“Ricordiamo che le istituzioni”, precisa il 5 stelle, “Regione in primis, hanno il dovere di garantire un adeguato servizio pubblico su tutto il territorio regionale perché non esistono cittadini di serie A e di serie B ma solo cittadini con pari diritti a prescindere dalla Provincia di residenza. A questa assurda ripartizione dei posti letto disponibili si deve poi aggiungere la totale mancanza di una riprogrammazione della sanità privata accreditata, ovvero pagata con i soldi dei cittadini abruzzesi. Il caso più emblematico è rappresentato, nella Asl 1, dalla Marsica dove, a conti fatti, l’offerta sanitaria è formata all’incirca al 50% dal pubblico e al 50% dal privato. Una proporzione pericolosa che non vede più il privato come un servizio complementare ma piuttosto come un competitor privilegiato del sistema pubblico. Questo, è facile da intuire, provoca danni al cittadino sia dal punto di vista del servizio sia dal punto di vista economico. Una situazione sulla quale si deve intervenire immediatamente”.

Fedele, nel corso con l’incontro con la stampa, ha presentato proposte, divise tra tassi di occupazione come faro per la distribuzione dei posti letto, valorizzazione delle eccellenze e un piano per garantire futuro certo ai presidi di Tagliacozzo e Pescina,

Le nostre proposte. “Quanto rappresentato dalla bozza di rete ospedaliera è inaccettabile per la Asl 1, per questo stiamo ascoltando e analizzando le esigenze del territorio per portare sul tavolo della Commissione proposte concrete per garantire un adeguato servizio sanitario pubblico anche in provincia dell’Aquila”.

Tassi di occupazione come faro per la distribuzione dei posti letto. Prima di tutto una ripartizione più equa dei posti letto, che nella Asl 1 dovrebbero essere quantomeno quadruplicati rispetto al piano esistente. Una distribuzione scientifica che vada a incrementare i posti lì dove i tassi di occupazione ed il numero delle prestazioni ci testimoniano il fabbisogno maggiore. Per intenderci: pensiamo che ad Avezzano, come anche nelle altre strutture di Sulmona, Castel Di Sangro e L’Aquila, ci sono reparti che superano ampiamente il 100% con punte di occupazione che raggiungono addirittura il 214% come nel caso della Neurologia. Queste cifre rappresentano chiaramente il bisogno di una programmazione adeguata, per evitare che i reparti siano costretti a scavare il fondo del barile per poter garantire i servizi. In particolare il presidio di Castel Di Sangro, che ricordiamolo viene individuato come presidio di area disagiata e di conseguenza va in deroga rispetto a quanto previsto dal DM 70, invece di essere potenziato per fornire al territorio un servizio efficace, viene depotenziato. Saranno infatti sottratti ben 7 posti letto di cui 5 al reparto di medicina interna che ha avuto, prima dei tagli previsti, tassi di occupazione prossimi al 100%. Viene da sé capire che il futuro per la struttura, in questo modo, sarà tutto in salita. A Sulmona i 10 posti letto in più, ribadiamolo, sono posti di riabilitazione ed è bene che ci siano ma non devono essere uno specchietto per le allodole, perché quei posti non potranno essere utilizzati per ricoverare pazienti in fase acuta. Per quanto riguarda il punto nascita poi, nonostante le dichiarazioni fatte all’interno della bozza, ancora adesso in realtà non sono presenti tutti i requisiti tecnologici e di personale per ottenere la deroga dal Ministero. E ancora una volta siamo sul filo del rasoio.

Valorizzazione delle eccellenze. Ci sono reparti che rappresentano davvero un’eccellenza e che la Regione Abruzzo sta abbandonando a sé stessi. Come prima cosa chiederò formalmente che L’Aquila sia riconosciuta come centro regionale per la cura del Parkinson con l’istituzione, nell’ambito dell’attuale neurochirurgia, di una unità operativa semplice (UOS) di neurochirurgia funzionale e stereotassica. Nonostante si parli di un reparto innovativo, che utilizza metodi all’avanguardia per il trattamento chirurgico del Parkinson e noto in tutta Italia come eccellenza indiscussa, non riceve ancora il riconoscimento da Regione Abruzzo come centro regionale per la cura della malattia. Parliamo di un sistema all’avanguardia, che rende la qualità della vita dei pazienti molto più alta. Il centro dell’Aquila è inoltre una realtà che per il sistema sanitario regionale rappresenta un contenimento di costi sostanzioso: trattare farmacologicamente un paziente costa circa 40 mila euro l’anno, mentre il trattamento chirurgico, oltre agli eccezionali benefici, ha un costo per la sanità pubblica di circa 10 mila euro l’anno. Nella programmazione proposta per Avezzano, nell’ambito della rete ictus, troviamo ancora una volta una Stroke Unit di livello base (I livello), nonostante i numeri confermino che si tratti della seconda unità a livello regionale per interventi eseguiti. Su questo non ci può essere margine di discussione, la Stroke Unit va ufficialmente individuata come unità di secondo livello nell’ambito di una unità operativa semplice (UOS) collegata con la neurologia. Parliamo di interventi salvavita e che, se eseguiti nel minor tempo possibile, permettono di limitare i danni dell’ictus e migliorare di gran lunga la ripresa dei pazienti. Un’eccellenza per tutto il territorio della ASL 1. L’unità di Avezzano infatti risulta essere un presidio salvavita non solo per i marsicani ma anche per i territori di Sulmona e di Castel di Sangro dato il minor tempo di percorrenza rispetto alle alternative. Stessa situazione per la rete politrauma – trauma maggiore, all’interno della quale l’ospedale di Avezzano viene individuato come livello base nonostante i numeri, gli interventi e le percorrenze, ne imporrebbero l’individuazione quale Centro Traumi di Zona (CTZ). Anche in questo caso infatti si tratta di una rete tempo-dipendente dove la tempestività dell’intervento può risultare fondamentale. Eccellenze e reparti non valorizzati da chi non ha alcuna visione del futuro. Un futuro ancora più incerto se pensiamo alle nuove strutture, come per esempio l’Ospedale di Avezzano: ciò che si approverà nei prossimi giorni sarà la base su cui si programmerà la sanità dei prossimi anni. Non avere una visione propositiva verso le eccellenze e non attivare oggi i servizi di cui avremo bisogno domani è un errore che non possiamo consentire a questa maggioranza. Altrimenti ci troveremmo con un edificio nuovo dal punto di vista architettonico ma vecchio anni luce dal punto di vista dei servizi.

Bisogna dare un futuro certo ai presidi di Tagliacozzo e Pescina. Tagliacozzo non è più identificato come presidio ospedaliero nonostante la conferma dei due moduli di riabilitazione, uno dei quali, peraltro, declassato da unità operativa complessa ad unità semplice dipartimentale. A Pescina, se possibile, la situazione è ancora più inaccettabile. Nella bozza si prevede di potenziare il PTA con un reparto di lungodegenza per decongestionare Avezzano ma, nei fatti, la maggioranza non fa altro che spostare il reparto già presente nell’Ospedale di Avezzano. Una vera e propria presa in giro per tutto il territorio foriera di ulteriori pericolosi disagi. A questo si deve aggiungere che per entrambi i presidi sembrerebbero sparire dalla programmazione anche i servizi di radiologia e laboratorio analisi ai quali si aggiunge per il solo presidio di Tagliacozzo anche l’emodialisi. Nonostante le mie domande non ho avuto alcun chiarimento da parte dell’Assessore Verì su quale debba essere il futuro di questi presidi. La maggioranza deve prendere posizione in maniera trasparente iniziando con la conferma dei servizi tolti per finire con un reale potenziamento finalizzato a decongestionare il presidio di Avezzano e c’è un unico modo per ottenere questo risultato ed è quello di programmare posti letto aggiuntivi. Intanto mi auguro, visto il termine dello stato di emergenza oggi fissato del 31 luglio, che tutti i servizi che rientrano nelle categorie dei programmati, come ad esempio la riabilitazione di Tagliacozzo, saranno prontamente ripristinati. Sarà mia cura verificare che la Asl 01 riattivi con dovuta pienezza quelli che erano i servizi prima dell’emergenza Covid, e che gli operatori sanitari spostati per far fronte alla pandemia vengano nuovamente trasferiti dove assegnati in precedenza.

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