Avezzano. Nel nostro sistema produttivo agroalimentare, l’eccessiva cultura individualistica, unitamente alla scarsa concentrazione dell’offerta, portano alla conflittualità economica tra le aziende, che si traduce in una spietata concorrenza caratterizzata da un ribasso dei costi. Attualmente la gran parte della produzione agricola viene ceduta in blocco ad intermediari che riescono a spuntare le migliori condizioni e impediscono ai produttori di comprendere i reali bisogni del mercato. Per dare all’impresa agricola il giusto ruolo nel settore agro-alimentare, superare l’attuale fase di crisi e conquistare nuovi mercati, è indispensabile aumentare le dimensioni aziendali (anche attraverso l’aggregazione), sostenere ricerca ed innovazione, promuovere la certificazione di qualità ed incrementare il valore aggiunto della relazione con il consumatore. Le aziende che si alleano con il contratto di rete di imprese (disciplinato dalla Legge n. 33/09), pur mantenendo la propria identità, aumentano la capacità dimensionale, condividendo attività, conoscenze, servizi e godendo di agevolazioni fiscali, creditizie ed amministrative.
In tale ottica, Fabio Di Battista (esperto di in diritto dell’impresa), Marcello Sansone (esperto in marketing) ed il Pierluigi Costantini (esperto in materia tributaria e finanziaria), fondatori del network professionale NET-CO, hanno aperto un confronto con i vari attori diretti ed indiretti della filiera (imprenditori, associazioni di categoria, istituzioni, banche del territorio etc.) con l’obiettivo di promuovere la costituzione nel territorio di una rete di imprese nel settore agroalimentare attraverso lo strumento del contratto di rete, con l’obiettivo di avvicinare la fase produttiva al consumatore attraverso la collaborazione tra aziende che si occupano della produzione, della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli, nonché quelle che forniscono servizi distributivi, logistici e mezzi di produzione. I punti chiave del nuovo progetto di rete sono necessariamente: qualità certificata, legame al territorio, tracciabilità, innovazione informatica e tecnologica, riduzione dei costi, maggiore competitività sul mercato, internazionalizzazione. La nuova Rete avrebbe accesso a finanziamenti statali in conto capitale (250-300 milioni di Euro previsti dal nuovo pacchetto agroalimentare), regionali (12 milioni circa di Euro di fondi FAS e 10 milioni circa di programma Abruzzo 2015) e bancari (erogati da una Banca del territorio) che consentirebbe alle imprese aderenti di dotarsi di modelli aziendali innovativi, di strumenti biotecnologici avanzati e di azioni di marketing strategico comune. Nel corso di un importante workshop, che si terrà venerdì 2 marzo ad Avezzano nella sede di Sviluppo Italia Abruzzo in via Newton, verranno illustrate le linee guida dell’ambizioso progetto e sarà evidenziato il ruolo che il sistema bancario può svolgere per favorire lo sviluppo della Rete agroalimentare.