Capistrello. Lavoro altalenante, preoccupazione per la famiglia e poi il tunnel della depressione e la morte. Non ce l’ha fatta Giancarlo Persia a sopportare la disoccupazione forzata alla quale era costretto da qualche mese. I cantieri dove lavorava da due anni aprivano e chiudevano le porte agli operai a causa della forte crisi del settore edile. Lui cercava di darsi da fare ma da due mesi ormai era senza un impiego fisso. E così non ce l’ha fatta e ieri mattina si è ucciso. Il paese di Capistrello è scosso per questa notizia che è un vero e proprio allarme sociale. Anche l’amministrazione comunale, che più volte aveva aiutato Giancarlo, è rimasta basita davanti alla morte di Giancarlo un lutto per tutta la comunità. “Il problema della carenza del lavoro peggiora sempre più soprattutto nei paesi dove la struttura economica è molta fragile”, ha commentato il primo cittadino Antonino Lusi, “è un dramma per chi come noi è in prima fila e sa di non poter fare nulla. Giancarlo era una persona straordinaria, che purtroppo da due anni viveva in questa situazione difficilissima. Abbiamo provato ad aiutarlo per quel poco che abbiamo potuto, ma non è bastato. Il dolore”, ha concluso il sindaco, “è ancora più forte in questi casi quando si vive in un paese come il nostro dove tutti si conoscono come una grande famiglia”.