Tagliacozzo. Rischio chiusura dei reparti e del pronto soccorso dell”ospedale di Tagliacozzo. A lanciare l’allarme è il comitato per la difesa dei piccoli presidi territoriali secondo cui il piano prevede il trasferimento dei reparti di Cardiologia e di Riabilitazione all’ospedale di Avezzano non appena siano disponibili spazi adeguati per accogliere le due unità operative.
A prevedere il trasferimento è il Piano sanitario attualmente bloccato a Roma e in attesa dell’approvazione del ministero. Qualcosa però, secondo il comitato non quadra.
La conseguenza di una trasformazione dell’Umberto I di Tagliacozzo, secondo quanto previsto dal piano, e cioè lasciare esclusivamente una struttura di comunità che vedrebbe anche la chiusura del pronto soccorso h24.
“Abbiamo avuto notizie in via breve”, sottolinea Rita Tabacco, legale e responsabile del comitato, da anni impegnata nella salvaguardia di queste strutture abruzzesi, “di atti relativi all’ospedale nei quali viene esposta alle competenti di autorità sanitarie del ministero della Salute l’opportunità di un’assistenza solo come ospedale di comunità.
Tale proposta inviata dalla Regione Abruzzo non può garantire in alcun modo sicurezza sanitaria notte e giorno ai pazienti e all’intera popolazione di Tagliacozzo e della Marsica occidentale. Infatti questa struttura è il riferimento sanitario anche dei Comuni vicini, fino ai confini con il Lazio. Comuni montani i cui abitanti, circa 40mila, costituiscono il bacino sanitario e l’utenza sanitaria dell’Umberto I.”
Il comitato sottolinea inoltre la necessità della presenza del Pronto soccorso h24 anche tenendo conto “dell’altitudine di Tagliacozzo, fino a 900 metri, che viene considerata uno degli elementi fondamentali della normativa vigente in materia per la presenza di un pronto soccorso”.
“L’ospedale di comunità”, chiarisce la Tabacco, “è invece un’altra cosa e svolge una funzione intermedia tra domicilio e ricovero su pazienti già stabili. Noi esigiamo invece il rispetto della vita h24 con il pronto soccorso sempre funzionante, con medici, operatori sanitari, oltre a servizi importanti come Riabilitazione e Cardiologia, punto di riferimento dell’intera regione”. Oltre al comitato, in questi giorni si stanno mobilitando anche associazioni, singoli cittadini e il mondo politico locale.