Celano. “Aimé, il non partecipare alle prossime elezioni regionali per noi non è stato bello anzi, fino all’ultimo abbiamo creduto alla parola e a una stretta di mano con i signori di Sinistra Italiana che proprio al fotofinish si sono imbarcati nella flotta Legniniana”. Lo dichiara Vittoriano Baruffa, segretario di Rifondazione Comunista, sezione di Celano.
“Volevamo proporre una lista di vera sinistra con Acerbo presidente, ma la parola, oggi come oggi, è merce rara e quindi in otto giorni siamo stati costretti a raccogliere seimila firme in tutto l’Abruzzo. In un mese non proprio invitante e, quindi, purtroppo, non se ne è fatto niente. La nostra sezione aveva proposto due validi candidati: il professore Nicola Stornelli e la giornalista Vittoriana Palumbo. Ora, consapevoli e forti più che mai delle nostre idee, stiamo lavorando per il nostro primo convegno cittadino. A breve inaugureremo la nostra sezione”.
“Fa male vedere nel mio paese parecchi manifesti elettorali a sfondo fascista – prosegue Baruffa – vedi Fratelli d’Italia, od anche di sindaci che con Celano c’entrano poco, mi fa male, anzi mi fa incavolare, vedere che nell’edicola, l’unica del mio paese, si vendano poster e calendari di Mussolini. E qui spero e pretendo che nel giorno della memoria, oggi 27 gennaio, vengano tolti dalla vendita per rispetto delle vittime della Shoah”.
“Mi da il voltastomaco sapere che oggi, in questa data, Salvini venga a fare propaganda nella nostra Marsica. Si, certo, siamo in campagna elettorale, ma se la memoria è una non facciamone spreco. No, non possiamo, i candidati salviniani di questa tornata inneggiano a Salvini come un salvatore della nazione, il candidato marsicano parla di lui come un Messia. Le voglio dire in tutta confidenza che i compagni di Celano, i compagni della Marsica provocano sdegno e ribrezzo verso i razzisti, quindi verso il vostro capitano”.
“C’è l’abitudine a dire e a pronunciare da politicanti di zona, ma a livello locale si vota la persona. No, chi è complice di questo governo nei suoi atteggiamenti nazifascisti non è il benvenuto tra noi, anzi, come disse Primo Levi, Auschwitz è fuori di noi ma è intorno a noi, la peste si è spenta ma l’infezione serpeggia”, conclude Baruffa.