Il 4 dicembre gli italiani si recheranno alle urne per scegliere se riformare o meno la Costituzione della Repubblica. Pochi però sono a conoscenza di come la marsica, in special modo Pescina, ancora oggi detenga un invidiabile primato.
Tra i padri fondatori marsicani il più noto è sicuramente Ignazio Silone, all’anagrafe Secondino Tranquilli, ma dal Fucino provenivano anche l’avezzanese Bruno Corbi, Benedetto Croce, Arnaldo Fabriani e Alfredo Proia, lontano antenato di chi scrive. La storia della famiglia Proia, che affonda le sue origini nella Francia, è incredibilmente intrecciata alla storia marsicana e soprattutto di Pescina. Quando nel 1643 l’abruzzese Giulio Raimondo Mazzarino divenne primo ministro di Francia, cercò una famiglia italiana che potesse curare le sue vaste proprietà immobiliari (terreni e fattorie) che egli possedeva nella natia Pescina dei Marsi. La curia romana suggerì la famiglia Proyat che, prima curò le proprietà di Mazzarino, poi passò alla non meno ricca e nobile famiglia Torlonia. L’11 luglio del 1890 nel piccolo centro di Pescina nasce Alfredo Proia (o Proja). Fervente cattolico, aveva iniziato una brillante attività professionale da pubblicista come redattore parlamentare per L’Osservatore Romano, direttore dell’Avvenire delle Puglie di Bari, nonché collaboratore e corrispondente a Roma del Cittadino di Mantova, finché fondò e diresse il settimanale “La difesa del popolo”. A parte le pubblicazioni di alcuni volumi in diverse collane, Proia ebbe il suo massimo livello di popolarità qualche anno più tardi, quando passò dal giornalismo al mondo della cinematografia e divenne un affermato industriale. Fu sua, tra l’altro, la prima prestigiosa presidenza dell’ANICA.
A differenza di Ignazio Silone, che militava nel Partito Socialista, Proia era iscritto nelle liste della Democrazia Cristiana e nel piccolo centro di Pescina risultò il secondo candidato più votato, secondo solo al suo più celebre compaesano. Ma l’elezione di Proia è stata importantissima per un altro motivo, grazie alla sua nomina, infatti, Pescina riuscì a esprimere due ben 2 dei 356 padri costituenti e a stabilire così un invidiabile primato, visto l’esiguo bacino di voti del piccolo centro fucense. In onore di questo storico evento, nel 2013 l’amministrazione comunale di Pescina intitolò in suo onore un largo in località “Fonte Vecchia”. @francescoproia