Luco dei Marsi. C’è anche il Fucino nel secondo Rapporto Agromafie e caporalato, redatto dall’Osservatorio Placido Rizzotto per conto della Flai Cgil. Nella cartina che mostra la situazione in Italia dei lavoratori agricoli compare un bollino rosso: gravemente sfruttato. Sono circa 80 gli epicentri dello sfruttamento dei caporali, e in 55 di questi sono state riscontrate condizioni di lavoro indecente o gravemente sfruttato.
“Sono circa 400.000 i lavoratori – si legge- che potenzialmente trovano un impiego tramite i caporali, di cui circa 100.000 presentano forme di grave assoggettamento dovuto a condizioni abitative e ambientali considerate paraschiavistiche, anche se negli ultimi anni le denunce sono sensibilmente cresciute”. “Più del 60% dei lavoratori e delle lavoratrici -continua il rapporto- costrette a lavorare sotto caporale, la maggior parte stranieri comunitari e non, non ha accesso ai servizi igienici e all’acqua corrente. Più del 70% presenta malattie non riscontrate prima dell’inserimento nel ciclo del lavoro agricolo stagionale. Poi ci sono le intollerabili tasse dei caporali che sono pagate dai lavoratori e dalle lavoratrici e da tutti noi in termini di mancato gettito per la fiscalità generale”. “Solo in termini di mancato gettito contributivo -rileva il rapporto Agromafie- il caporalato ci costa più di 600 milioni di euro l’anno. I lavoratori impiegati dai caporali percepiscono un salario giornaliero inferiore di circa il 50% di quello previsto dai contratti nazionali e provinciali di lavoro, cioè circa 25-30 euro per una giornata di lavoro che dura fino a 12 ore continuative”.