Carsoli. Due rapinatori portano via la statua e l’oro di San Berardo, patrono della Marsica. L’anziana custode viene legata e imbavagliata dai malviventi. E’ accaduto A Colli di Montebove e ora la comunità è sotto shock. L’ effigie si trovava dal 2 novembre nell’abitazione del membro della Confraternita Giovanni Anastasi e da lì sarebbe dovuta uscire il prossimo primo maggio in occasione della ricorrenza del Santo. Alcuni malviventi hanno fatto irruzione nella abitazione dove c’era la moglie del confratello, Elena De Angelis, che è stata immobilizzata e legata. Immediato il sopralluogo ed i rilievi effettuati dai Carabinieri di Carsoli. A suscitare l’interesse dei ladri i preziosi che la statua contiene, che sono stati doni per grazie ricevute o voti. Ma al di là del valore venale, quello che conta è il valore simbolico e sconcerta la profanazione di un culto molto sentito. Grande sgomento e forte perplessità in paese dove tutti sono particolarmente legati alla figura di San Berardo. Sul posto si è recato immediatamente anche il priore della confraternita di San Berardo di Colli, Giuseppe Simeoni, che è stato il promotore della Peregrinatio di San Berardo avvenuta il 27 luglio 2012. Le spoglie della salma sono tornate nel suo paese natale a 882 anni dalla sua morte. L’avvenimento è stato caratterizzato da una serie di cerimonie religiose e civili che si sono potratte per tre giorni. In occasione dell’evento è stata apposta una lapide commemorativa nel lato orientale del Castello dei Conti dei Marsi di Colli, che ricorda la nascita di Berardo nel luogo nel 1080 (secondo la storiografia moderna nel 1079). Il giorno dopo una solenne messa in suffragio di Berardo è stata celebrata dal Vescovo dei Marsi Pietro Santoro e nelle due notti che le spoglie di Berardo hanno soggiornato nella chiesa del piccolo centro marsicano a lui dedicata, sono state vegliate dalla popolazione e da alcuni componenti della confraternita di San Berardo di Colli di Monte Bove. Numerose visite in omaggio alla salma di Berardo sono state registrate nel corso delle due giornate da parte di pellegrini giunti dai paesi limitrofi e da Roma. Nel 1109 venne eletto vescovo dei Marsi e tornò nella sua terra: il suo episcopato fu segnato dall’impegno nella moralizzazione del clero (lottò contro la pratica della simonia e del concubinato dei chierici) e dalla sollecitudine verso i poveri. Resse la diocesi fino alla morte, che lo colse il 3 novembre 1130: venne sepolto nella cattedrale di Santa Sabina di Marsia (oggi San Benedetto dei Marsi) e nel 1631, col trasferimento della sede episcopale a Pescina, le sue reliquie vennero traslate nella nuova cattedrale di Santa Maria delle Grazie. La venerazione popolare del vescovo Berardo iniziò subito dopo la sua morte: il suo culto fu approvato e confermato da papa Pio VII il 10 maggio 1802. L’appello del priore della confraternita di San Berardo di Colli, Giuseppe Simeoni, è rivolto ai malviventi: “restituiteci almeno la statua che non ha alcun valore sul mercato, ma ha grande valore affettivo e religioso per la popolazione”.