Avezzano. Nel 2011 avevano creato momenti di grande paura in capo alla popolazione della provincia di l’Aquila, mettendo a segno tre rapine a mano armata ai danni di furgoni portavalori, che avevano fruttato un bottino di circa 500.000 euro complessivi. Comprensibile la difficoltà, palpabile delle ditte operanti nel settore della sorveglianza privata, che non sentivano più adeguatamente protetti i valori trasportati.
In particolare il 5 agosto 2011 quando il gruppo di fuoco, alla guida di un mezzo rubato, armi in pugno, bloccava un furgone portavalori ad Avezzano, disarmandone il personale, e asportando la somma di circa 250mila euro. Il commando in quella occasione bloccava la via al blindato nei pressi della sede della Micron, dando vita ad una scena cruenta con i vigilantes disarmati sotto la minaccia di fucili a pompa puntati da banditi incappucciati.
Il colpo era già stato tentato due giorni prima a Goriano Sicoli, ove i malviventi avevano asportato solo le armi del personale della sicurezza, non trovando però nel veicolo blindato nessuna somma di denaro.
Il 16 dicembre 2011, nel comune di Vittorito, veniva perpetrata un’ulteriore rapina a mano armata, sempre ai danni di un portavalori, eseguita con le medesime modalità delle rapine precedenti. In questa occasione il bottino assicurato dai malviventi era stato ingente: quasi 250mila euro.
Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo del Comando Compagnia Carabinieri di Avezzano, sono partite proprio dall’analisi di questi tre episodi, ritenuti da subito collegati, in virtù dei modus operandi analoghi. In particolare, l’uso di armi d’assalto e di veicoli rubati nei centri limitrofi, (peraltro si trattava sempre dello stesso modello, una FIAT Stilo), che dopo la rapina venivano dati alle fiamme al fine di celare ogni traccia dei responsabili dei reati.
I carabinieri del Nucleo operativo di Avezzano davano via ad una attenta analisi di tutti i filmati registrati dalle telecamere presenti nel centro marsicano al fine di poter reperire fotogrammi di mezzi o persone sospette notate in quei paraggi. Le risultanze di tale attività portavano ad una prima evidenziazione di alcune vetture e persone di interesse investigativo che, alla luce delle attività di indagine di tipo tecnico sviluppate successivamente, portavano all’individuazione di uno dei componenti del commando. L’attività di indagine, condotta in sinergia con il Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Sulmona che indagava parallelamente sulle altre due rapine consumate nel proprio territorio di competenza, aveva condotto all’esecuzione, il 31.12.2011, dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Sulmona nei confronti di S.B. e M.S., per gli assalti ai portavalori nei territori di Goriano Sicoli del 03.08.2011 e Vittorito del 16 dicembre 2011.
Gli investigatori quindi, focalizzando alcuni particolari del modus operandi ed avendo notato una certa conoscenza delle procedure e delle abitudini della ditta rapinata da parte dei malviventi, hanno concentrato la loro attenzione sull’individuazione di possibili basisti operanti nella provincia di L’Aquila, approfondendo le posizioni proprio di alcuni dipendenti della ditta di vigilanza. Tale approfondimento, portato avanti con una attento lavoro di analisi degli elementi emersi durante i due anni di indagine, portava alla concreta individuazione delle responsabilità di D.A., all’epoca dei fatti autista di veicoli blindati, dipendente della citata ditta, il quale forniva dettagliate informazioni circa orari, itinerari, mezzi e “bottino” trasportato dai propri colleghi, ponendoli ad elevato rischio poiché vittime inconsapevoli dei rapinatori.
L’intera attività di indagine sviluppatasi dal 2011 sino ad oggi, confluiva in una complessa e dettagliata richiesta di misure di Custodia Cautelare avanzata dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica c/o il Tribunale di Avezzano dr. Roberto Savelli, al Gip del Tribunale di Avezzano Maria Proia, la quale emetteva due Ordinanze di Custodia Cautelare a carico di S.B., trentottenne, mente della banda e residente in Puglia, e di D.A. cinquantottenne basista del gruppo.
Le misure sono state eseguite dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Avezzano nelle province di L’Aquila e Rieti.
Oltre ai malviventi tratti in arresto, successive indagini anche di tipo patrimoniale, hanno portato al deferimento in stato di libertà di altri due soggetti, componenti del sodalizio criminoso e imparentati con S.B., resisi responsabili, in concorso con i predetti, dei reati di ricettazione del denaro, provento delle rapine. A tale risultanza si arrivava attraverso una attenta analisi dei conti correnti utilizzati dagli indagati, che proprio a ridosso delle rapine, venivano alimentati con ingenti versamenti, in alcun modo giustificati.